Se riuscissimo a guardare un po’ più in là delle prossime scadenze elettorali, ci accorgeremo che l’Italia, ora al quinto posto tra i paesi industrializzati, precipiterà al 16° o 17° nel 2030. E questa è solo una semplice proiezione dei dati sullo sviluppo economico; non servono catastrofi per farci crollare.
Nello stesso arco di tempo, l’India passerà dall’attuale 15° posto al secondo (o forse anche al primo, se la Cina non reggerà al suo interno).
L’India ne è ben cosciente. E mentre noi siamo concentrati nel godere il presente, gli indiani sono tutti tesi alla conquista del futuro. Noi ci battiamo per i dieci minuti di pausa mensa, loro hanno già attraversato con i cavi coassiali l’oceano e cablato “gratis” tutti i 53 stati dell’ Unione Africana. Questo significa presenza in Africa con Telemedicina, Teleuniversità, Formazione a distanza e anche gestione della Rete Criptata dei Capi di Stato.
E non solo stanno conquistando i “paesi poveri” con le loro eccellenze tecnologiche, ma si preparano anche a gestire le falle del sistema europeo. In India pensano già a noi, a come saremo di qui a venti anni. Nel 2030. Infatti stanno già preparando, anche linguisticamente, il personale medico e paramedico da inviare in Italia, perché noi avremo buchi di organico colossali. Saremo sempre più vecchi e loro saranno sempre più giovani, superando nel 2050 addirittura i “vecchi cinesi” di quel tempo. Attualmente in India il 64% della popolazione ha meno di 25 anni.
Inevitabile il sorgere di un’ansia: come non essere travolti da questi percorsi della globalizzazione? “Cogliere al volo l’opportunità Indiana del traino – suggerisce l’amico Maurizio Miranda, presidente dell’Indo-Italian Institute for Trade and Technology – dell’ICT, della conoscenza, del capitale umano ed intellettuale, dei talenti indiani, della forza morale e democratica, della forza creditizia e finanziaria dei 28 Stati e 7 Territori è un nostro interesse Paese, per attrarre investimenti e occupazione. Ma ci dobbiamo preparare”.
Sono sfide difficili, angoscianti quanto avvincenti. Che richiedono la guida autorevole di uno Stato attento, programmatore, preveggente. Proprio come si sta dimostrando quello indiano.
Noi al momento abbiamo un governo guidato da un premier prima occupato a rincorrere Ruby e ora impegnato, con maggior determinazione, a fuggire dai fantasmi della Rubacuori!
Non facciamoci travolgere.
Buona settimana.
Amedeo Piva