In questi giorni ho terminato di leggere Psicologia delle folle di Gustave Le Bon, Longanesi editore, 1970. (La prefazione è di Pietro Melograni lo storico, ex PCI, che Berlusconi volle con sé quando creò Forza Italia.). Le Bon, psicologo francese, è considerato il padre degli studi scientifici sui comportamenti irrazionali delle folle in determinati contesti sociali. In questo saggio, scritto nel 1895, analizza, con una grande visionarietà, la mutazione dei comportamenti dell’individuo nei momenti di aggregazione di massa.
Secondo Le Bon migliaia,centinaia di migliaia ma anche milioni di individui, che subiscono l’impatto di un messaggio sapientemente comunicato e in grado di suscitare emozioni, possono trasformarsi in una folla psicologica dotata di un’enorme coscienza collettiva. La personalità cosciente degli individui che compongono questa folla psicologica svanisce e subentra un altro tipo di personalità. L’individuo cade in uno stato particolare, simile allo stato di fascinazione dell’ipnotizzato tra le mani del suo ipnotizzatore. “ La personalità cosciente, la volontà e il ragionamento degli individui nelle folle psicologiche sono aboliti.” Sentimenti e pensieri sono allora orientati nel senso determinato dall’ipnotizzatore. Per Le Bon le folle non si lasciano influenzare dai ragionamenti, sono colpite soprattutto da ciò che è in grado di suscitare in loro emozioni. Esse pensano per immagini, e queste immagini si succedono nel loro inconscio senza alcun legame razionale. Il leader, sosteneva Le Bon, deve saper cogliere i desideri e le aspirazioni segrete della folla e proporsi come l’incarnazione di tali desideri. Come colui che è capace di realizzare tali aspirazioni. “L’illusione deve essere più importante della realtà, perché ciò che conta non è portare a compimento tali improbabili sogni quanto far credere alla folla di essere capace:….nella storia l’apparenza ha sempre avuto un ruolo più importante della realtà….il tiranno moderno deve però prestare la massima attenzione nell’evitare il confronto con la realtà, perché la massa, per essere controllata, deve essere mantenute in questa scena onirica priva di precisi contorni. “
Secondo Le Bon per orientare i sentimenti e i pensieri della folla è necessario utilizzare l’affermazione e la ripetizione che sono a loro volta necessari per attivare il contagio. L’affermazione deve essere svincolata da ogni ragionamento e da ogni prova per far penetrare un’idea nella coscienza delle folle. Più l’affermazione è concisa, sprovvista di prove e di dimostrazione, più essa è autorevole . L’affermazione per essere accettata come una verità dimostrata deve essere costantemente ripetuta negli stessi termini. (come il supplizio della goccia cinese). In tal modo riesce ad attecchire in quelle regioni profonde dell’inconscio in cui si elaborano i motivi delle nostre azioni. Per la folla psicologica “Qualsiasi bugia, se ripetuta frequentemente, si trasformerà gradualmente in verità”. Quando un’affermazione è stata sufficientemente ripetuta, forma ciò che si chiama una corrente d’opinioni e interviene il potente meccanismo del contagio. Per Le Bon nelle folle le idee, i sentimenti, le emozioni, le credenze possiedono un potere di penetrazione contagioso. Le opinioni diffuse per mezzo dell’affermazione, della ripetizione e del contagio, contribuiscono a fare acquistare al leader quell’influenza misteriosa che si chiama prestigio. Le teorie e le analisi psicologiche sulle folle di Le Bon hanno avuto un’influenza determinante nel costruire le basi della propaganda di molti dittatori del XX secolo. Da Hitler a Stalin a Mussolini. Hitler con la stessa semplice frase, eccitava gli animi della folla, e questa proiettava su di lui i propri latenti desideri. La frase, con la quale apriva o chiudeva ogni discorso, o spesso lo intercalava, era sempre quella: “il Popolo vuole”, “il Popolo mi ama” .Diceva alle folle quello che i tedeschi volevano sentirsi dire: “Farò tornare grande la Germania”; “Riscatterò la vergogna”; “la razza tedesca dominerà il mondo”; “ogni tedesco troverà lavoro”
Nel 1933 Hitler firmò un contratto con il popolo tedesco “Il governo nazionale nell’arco di quattro anni i spazzerà la disoccupazione…..a questo colossale compito di risanamento della nostra economia, il governo nazionale unirà l’attuazione di un piano di risanamento dello Stato, delle regioni, dei comuni. In tal modo l’assetto federativo dello Stato diverrà vigorosa e solida realtà….i partiti marxisti e fiancheggiatori del marxismo hanno avuto 14 anni a disposizione per dimostrare la propria capacità. Il risultato è un campo di rovine….. concedete a noi quattro anni e poi giudicherete”.
Goebbles,il regista della propaganda di Hitler che aveva attentamente analizzato i testi di Le Bon e di un pubblicitario americano Edward Bernay, era solito dire ai suoi collaboratori “.….Le masse capiscono a fatica e lentamente, mentre dimenticano con facilità……la propaganda efficace deve limitarsi a poche parole d’ordine martellate ininterrottamente finchè entrino in quelle teste e vi si fissano saldamente. “.
Le analisi sulla folla psicologica di Le Bon ebbero una grande influenza su Edward Bernays, un americano di origine austriaca considerato il padre della moderna pubblicità e delle relazioni pubbliche e ritenuto uno degli uomini più influenti del secolo scorso.
Dopo aver a studiato i testi di Le Bon e di Freud si dedicò al perfezionamento della scienza della persuasione.
Nel suo libro Propaganda del 1929 scriveva “..quelli che manipolano il meccanismo nascosto della società costituiscono un governo invisibile che è il vero potere che controlla. In quasi tutte le azioni della nostra vita, sia in ambito politico o negli affari o nella nostra condotta sociale o nel nostro pensiero morale, siamo dominati da un relativamente piccolo numero di persone che comprendono i processi mentali e i modelli di comportamento delle masse. .”.
Prima di Bernays, la pubblicità si concentrava nell’elencare le qualità e i benefici dei prodotti reclamizzati rivolgendosi alla parte razionale, cosciente, della mente del consumatore.secondo il seguente schema
Bisogni -> Politica/Industria/Finanza -> Soddisfazione dei Bisogni
Edward Bernays, intuendo le straordinarie opportunità offerte dalle nuove tecnologie di comunicazione, rivoluzionò questo meccanismo, e comprese che un prodotto avrebbe potuto essere più venduto al consumatore rivolgendosi alla sua parte “inconscia”.
Il prodotto doveva essere reso più appetibile attraverso il nuovo schema
Manipolazione dell’opinione pubblica – > Creazioni di Bisogni -> Politica/Industria/Finanza -> Controllo
La prima campagna mediatica in cui Bernays applicò con successo il nuovo modello di comunicazione fu quella commissionatagli dal presidente Wilson per indurre gli americani a partecipare alla prima guerrra mondiale. Con un semplice slogan Fare il Mondo Sicuro per la Democrazia , diffuso ossessivamente sui media di allora , convinse gli americani a schierarsi a fianco degli alleati europei .
Un’altra famosa campagna fu quella realizzata da Bernays nel 1929 per conto dell’ American Tobacco Company che voleva ampliare il proprio mercato fino ad allora esclusivamente maschile. Bernays organizzò a New York la fiaccolata della “brigata delle libertà”, durante la quale fece sfilare centinaia di ragazze che fumavano ostentatamente di fronte ad un pubblico stupefatto. La stampa – preventivamente avvisata da Bernays – riportò l’episodio con enormi titoli in prima pagina e con grandi fotografie (potenza dell’immagine), suscitando nella nazione un fortissimo impatto emotivo. Bernays aveva creato un nuovo concetto con una forte valenza emozionale. Era riuscito ad associare un concetto nobile come “Libertà” ad uno ribelle come “Brigata” che colpiva dritto al cuore l’immaginario popolare. In pochi mesi la Chesterfield triplicò le vendite. Ma Bernays capì che occorreva creare una terza parte, indipendente, che garantisse la credibilità del prodotto o dell’immagine da promuovere. Lavorò in collaborazione con l’AMA (Associazione Medici Americani), per produrre ricerche scientifiche che dimostrassero che il fumo faceva bene alla salute. Queste ricerche venivano poi pubblicate dalla stampa o recensite dalla radio . Entrambi questi media erano in pratica costretti a pubblicare queste ricerche , in realtà poco scientifiche, perchè pesantemente condizionati dagli investimenti pubblicitari dell’American Tobacco Company . Anche oggi le multinazionali applicano, per aumentare la fidelizzazione, lo schema di Bernays. Attraverso il condizionamento degli investimenti pubblicitari riescono spesso a fare pubblicare sui media, a sostegno dei loro prodotti e servizi, ricerche cosiddette scientifiche, realizzate da istituzioni e centri di ricerca che loro stesse, indirettamente, finanziano. Un’altra grande intuizione di Bernays fu che il politico poteva essere venduto come un bene di largo consumo. Fu consulente di molti Presidenti e uomini politici americani e può essere considerato il padre degli spin doctor (traduzione, “dottor raggiro”).
Berlusconi e il suo inner circle di strateghi della comunicazione, hanno scientificamente applicato dal 1978 in poi le teorie e le tecniche per manipolare l’ opinione pubblica codificate a suo tempo da Le Bon e Bernays. Disponendo tra l’altro di una concentrazione di potere mediatico che non ha confronti a livello internazionale.
Berlusconi con le sue televisioni commerciali (Fininvest) a partire dal 1978 (anno dell’assassinio di Moro) ha progressivamente plasmato per oltre un ventennio la società italiana. Introducendo nuovi modelli di comportamento e di consumo che hanno reso socialmente desiderabili i personaggi protagonisti dei pomeriggi e delle serate televisive. La stessa Rai con una forsennata rincorsa all’audience (e con la complice disattenzione di molti rappresentanti delle Istituzioni) si era rapidamente adeguata, a partire dagli anni ‘80, ai modelli proposti dalle televisioni di Berlusconi tagliando massicciamente l’offerta culturale ed educativa. I nuovi modelli di comportamento, veicolati a livello quotidiano dalla televisione , hanno dato cosi inizio ad un processo degenerativo della società italiana distorcendo i concetti fondamentali di libertà, democrazia e morale popolare.
Per Berlusconi è stato quindi facile proporsi, ad una società cosi plasmata e ipnotizzata, come leader carismatico dell’immaginario collettivo attraverso il martellamento ossessivo di affermazioni svincolate da ogni ragionamento e da ogni prova (il contratto con gli italiani , un milione di posti di lavoro in più,il pericolo comunista ,il complotto della magistratura, il ponte sullo stretto ,il popolo mi sostiene, meno tasse per tutti, in due anni modernizzerò l’Italia e cosi via).
Oggi fortunatamente la fiducia in Berlusconi sta venendo meno. Sono troppe le promesse che non ha mantenuto ,gli scandali che lo stanno travolgendo, la scarsa credibilità a livello internazionale e soprattutto la crisi sociale ed economica che sta facendo aprire gli occhi anche a molti dei suoi sostenitori. Il suo potente apparato mediatico e la rete di uomini politici , burocrati e imprese che ha sul libro paga incontrano crescenti difficoltà a mantenere coesa e fidelizzata la base dei suoi elettori .
All’appuntamento con il declino inevitabile di Berlusconila sinistra e il Pd arrivano, purtroppo, impreparati in termini di programmi e di strategia di comunicazione. E questo è tanto più grave perchè le tossine introdotte dal berlusconismo nella società italiana sono estremamente pericolose e se non saranno rapidamente estirpate potrebbero compromettere per molti anni la rinascita del nostro paese e il destino delle giovani generazioni.
La partecipazione alle grandi manifestazioni di piazza che da due anni si stanno svolgendo nel nostro Paese testimoniano che oggi esiste una significativa domanda, da parte di segmenti crescenti della società italiana, per un nuovo senso sociale, un nuovo immaginario, un nuovo sistema di valori.
Cosa fare per andare incontro a questa domanda ?
Sarebbe forse opportuno che il PD e le altre forze democratiche,una volta individuata la piattaforma programmatica per rilanciare il Paese, si riappropriassero del territorio. Partendo dalle parrocchie, dalle associazioni e dai luoghi di aggregazione. Andando a parlare con i cittadini. Ma per parlare efficacemente con i cittadini, per rispondere alle loro domande, occorrerà essere professionalmente in grado di veicolare in modo efficace le idee e i contenuti che saranno alla base della piattaforma programmatica . Cosa che è molto più difficile da fare che distribuire un volantino in campagna elettorale o parlare ai propri militanti riuniti in un circolo, un cinema o in una festa di partito. Occorrerà quindi selezionare, e fare addestrare da professionisti della comunicazione, una estesa rete di volontari che siano in grado di sostenere una discussione sui temi di grande attualità. In una situazione caratterizzata da alto astensionismo e dall’ultraventennale condizionamento mediatico, le forme di comunicazione politica devono sofisticarsi e professionalizzarsi in modo da convincere le persone ad andare a votare di nuovo. Il problema di una maggiore professionalità e sofisticazione nella comunicazione dovrà riguardare ovviamente anche coloro, rappresentanti del Pd e di altre forze democratiche dell’opposizione, che partecipano ai dibattiti politici in televisione.