La vicenda Atac segna secondo me un passo importante nelle vicende politiche e sociali della città, la crisi finanziaria della più grande azienda di mobilità del centro sud fa emergere delle problematiche a cui nessuno può sfuggire anche se con livelli di responsabilità distinti. Una perdita d’esercizio di oltre 120 milioni di euro, con erosione del capitale al di sotto dei limiti normativi; una pesante situazione debitoria insostenibile (350 milioni di euro di debiti a breve verso le banche e 275 nei confronti dei fornitori) hanno portato l’Azienda al limite del baratro. Serviva una svolta e speriamo con il nuovo management ci sia stata, quantomeno per salvare il salvabile. Ottocento immissioni di impiegati negli ultimi due  anni hanno gravato pesantemente sui bilanci attuali e per quelli dei prossimi anni. Questo mi fa dire a chi ha compiuto questo scempio: “ basta pensare alle Aziende Pubbliche come un ammortizzatore sociale o come il luogo dove scaricare promesse elettorali”. La svolta deve essere seria, bisogna incominciare a pensare ad ATAC come un’azienda con a capo manager riconosciuti, se le nomine del Cda devono essere politiche che almeno seguano questa linea perché altrimenti a breve non ci sarà più nulla da nominare. La politica deve cambiare indirizzo ovvero non pensare più esclusivamente a nomine ed assetti societari ma intervenire nell’erogazione del servizio attraverso:

1)     influenza nei contratti di servizio (contratti che affidano da parte dell’Ente ad un Azienda un servizio di cui ha competenza) soprattutto nel rispetto delle clausole ;

2)     Influenza  nella redazione delle carte dei servizi, utile al cittadino per essere informato e quindi conseguentemente necessaria per il controllo del servizio erogato;

3)      Favorire lo sviluppo di un sistema di customer satisfaction per trasformare l’utente in un cliente soddisfatto ed invogliato all’uso del mezzo pubblico;

 Solo così potremo in egual misura sollevare le sorti dell’azienda e favorire l’utilizzo del mezzo pubblico necessario in una città come Roma strangolata dal traffico.