Alzi la mano chi, alla fine di un discorso di un politico, non si è mai chiesto: “ma che ha detto?”.

A volte si ha l’impressione che qualcuno sia bravissimo a dire senza dire, inondandoci di parole inutili, di incisi interminabili, di citazioni improbabili, senza riuscire a comunicarci un contenuto concreto.

Meno sono concrete le cose che si dicono, più sono esagerati gli aggettivi e gli avverbi che le condiscono. “Tutto è assolutamente, tutto è assoluto. È  persino superfluo esemplificare: ciò che si fa e si dice è sotto il segno dell’assoluto. Neppure il sì e il no si sottraggono alla dittatura dell’assoluto: assolutamente sì e assolutamente no” (G. Zagrebelski, Sulla lingua del tempo presente).

Un linguaggio più semplice e diretto ci aiuta ad avere anche idee più semplici e dirette e, forse, finalmente più chiare.

Proprio in questi giorni PRAXIS, a Selva di Val Gardena, sta realizzando una “esercitazione” per semplificare anche il nostro linguaggio.

Un compito allora per le vacanze: ripulire la testa dalle cose inutili e dalle parole inutili.

Ci rivediamo a settembre con la testa più sgombra e un vocabolario più asciutto.

Buone vacanze.

Amedeo Piva