“Destra e sinistra”, preso anche scherzando, è un argomento capace di farmi smuovere un po’ di passione. Perché essendo una persona poco umile vorrei fare sempre il “professorello”, con quelle poche cose che mi porto appiccicate in mente; e quando vedo qualche cosa di sbagliato pretendo sempre di correggerlo. Perciò abbi pazienza ancora un’altra volta. Vorrei dirti, infatti, come la penso “nelle more di questo contendere”.
La destra fa capo ad un concetto basilare (tutta la destra): l’individuo.
E chi a suo tempo ha fatto vincere la destra, disse che il successo dell’individuo è il successo del gruppo (o circa così).

La sinistra fa capo ad un’altro concetto: la massa. E chi a suo tempo ha fatto vincere la sinistra ha detto la verità opposta a quella della destra e cioè che la massa lavoratrice nega totalmente importanza, quasi esistenza, all’individuo.
E tutti, a destra e a sinistra, fanno capo a questo caposaldo distintivo. Anche quelli che annacquano il messaggio, del tipo “Si, va bene ma noi … non la pensiamo proprio così … noi siamo quelli buoni”. Poi c’è quello che già ti aspetti: la terza opzione. T’arriva sempre come la minestra che non vorresti mangiare. Il pesce che ti fa bene ma ancora puzza dopo che l’hanno cotto. La purga in antitesi opzionale all’enteroclisma. Cioè, lo dico con tutta la violenza possibile, è quello che dovremmo pensare noialtri ma che nessuno in verità è stato capace di farci pensare fino in fondo, e purtroppo in molti casi neanche all’inizio della superficie. Esiste, per l’essere umano, un’ altra definizione che nessuno è stato mai capace di far vincere anche se, particolare trascurabile, è l’unica definizione dell’uomo corrispondente alla verità. Proprio così, VERITA’. E il bello è che quelli che “stanno” per l’individuo sono d’accordo con
 quelli che invece tifano per la massa soltanto in un punto: il dire cioè che questa definizione, che ancora non ti dico ma che tu già sai, è una falsa definizione. E ancora vincono perché noialtri che dovremmo crederci, ci facciamo squartare dibattuti dallo scegliere tra individuo o Massa. Perdiamo, ma perché?, tutto quanto abbiamo di prezioso appresso a quest’equivoco, con quegli altri cretini che ci tirano da una parte e dall’altra chiedendoci continuamente, seduti in branco su sponde contrapposte come un coro greco stolido: “Ma tu che pesce sei? … Ma tu che pesce sei?” E via così tutta la vita.
Ma Gesù Cristo, che cos’era?
Non “chi” era. Chi era ce l’hanno “imparato” al catechismo. Quelli di destra di fronte a questa domanda, messi davanti alla macchina della verità, avrebbero il coraggio di rispondere che Cristo era un individuo? E quelli di sinistra, posti di fronte al proprio obbligo di sincerità, direbbero che la massa annulla Gesù Cristo o ne è più importante? Amedeo, caro amico, ho riposto quel che mi serve a fare politica in fondo al cassetto, avvolto da un fazzolettone bianco come i vecchi pistoloni dei nonni. Ma voi che ancora vi sentite di spendervi per una carriera ormai ridotta ad un vacuo cursus honorum, battetevi per quella terza opzione. Perché non è, come volevano farci credere, l’annacquamento ora di una ora dell’altra posizione massimalista. Non è la moderazione. La sostanza di quello che Gesù Cristo ha detto al mondo dovrebbe essere, ma per me lo è,”Riconoscetevi persone perché persona significa immagine e voi siete immagine terrena di Dio”.

 La persona quindi, fammi fare il filosofetto da strapazzo, non è l’individuo. L’individuo si riconosce da se stesso negando l’altro individuo e ha ragion d’essere (ragione ormai confutata da decenni dal premio Nobel J. Nash) unicamente perché il suo successo è, a cascata, anche successo per il gruppo. La persona può riconoscersi soltanto in un’altra persona. Se non riconosco l’altro non posso riconoscere neanche me stesso. In questo reciproco specchiarsi d’immagini, riconosciamo e legittimiamo similitudini e differenze di ciascuno di noi. E poi noi Cristiani ci rispettiamo e rispettiamo gli altri come immagini terrene (tutti) di Dio. Il lavoro sarebbe il vedere quanto potrebbe essere potente e quanta nuova prospettiva di rinascimento darebbe a questo mondo medievalizzato  paragonare e applicare il concetto di persona ad un nuovo sviluppo dell’economia, ciò che non è stato mai fatto ed è la vera sconfitta della lunga esperienza del
 partito dei cattolici. Ma non si può fare con chi, nel profondo, rimane ancora e si sente comunista. Non si può fare manco con gli altri, che anche azzardando a definirli si rischia di offenderli o di farli troppo contenti. Avremmo potuto provare a farlo dentro la casa dei riformisti, come voleva essere da principio il PD. Ma dentro al vecchio DS che tramite noi guarda al centro per prendersi qualche votarello in più… proprio non è cosa. Speriamo che quando i cattolici s’accorgeranno dell’errore che compiono non sia troppo tardi.