Sul Corriere della sera on line leggo oggi questa notizia: Solo panino e succo a chi non paga: “In mensa ricevono soltanto un panino e un succo di frutta, mentre ai compagni viene servito il pasto completo. Succede ai bambini della scuola elementare di Cesate, da giovedì scorso, dal quando è partito il servizio di refezione. La punizione sarebbe destinata ai genitori, furbetti o semplicemente poveri, che per una ragione o per l’altra non sono in regola con i pagamenti. Ma la vendetta viene servita a bambini dai sei ai dieci anni e proprio in un luogo e in un momento che dovrebbero essere educativi.”

Non voglio commentare il fatto, di per sé non certo confortante né sul piano educativo né su quello sociale (per i disagi che certamente denota).

Ciò che mi ha impressionato sono i commenti: la notizia era delle 12, 05 ; io l’ho vista nella pausa pranzo, diciamo alle 13,15; ebbene c’erano già 44 commenti, la gran parte dei quali improntata alla durezza: bene, era ora!, giusto! giustissimo!, corretto!, finalmente!, la scuola non è beneficienza!, l’azienda che gestisce la mensa non è la Caritas!, chi non paga non ha!, non è che il bimbo muore di fame, ha anche un “minimo calorico” ugualmente concessogli, etc. Le considerazioni a supporto dei commenti “positivi”, espresse quasi tutte con linguaggio mediaticamente convenzionale (furbetti, buonismo, più controlli, si rivolgano al Premier, magari i genitori hanno il SUV, etc), avevano tutte un sapore di rigorosa razionalità sociale, amministrativa, equitativa, quasi come se l’Italia fosse un paese di perfetti cittadini, potenziali ottimi amministratori e di tassonomici soppesatori di valori.

Non mi interessa nemmeno discutere la fondatezza di questi sistemi di giudizio; solo mi preme notare la quantità di (non cieco, ma) ragionato rancore che la gran parte di questi quasi istantanei commenti trasuda: in molti hanno avuto fretta di gridare il loro punto esclamativo, severo, rigoroso, insofferente di altre ragioni, sommario, inappellabile.

Bene, direbbe un inguaribile ottimista, possiamo stare tranquilli: potremo contare su molti cittadini modello sui quali ricostruire un Paese più giusto! Vedremo.

Male, molto male, dico io che – dicono – sono incline al pessimismo: con quello che ci aspetta in questo tragico autunno, queste dosi massicce di rancore che circolano nel sangue del nostro popolo non possono che portare male, molto male: “E poiché hanno seminato vento raccoglieranno tempesta. Il loro grano sarà senza spiga, se germoglia non darà farina, e se ne produce, la divoreranno gli stranieri “(Osea, 8,7). Spero di sbagliarmi, naturalmente.