Non sono un lettore del Tempo né mi è simpatico il suo direttore, Mario Sechi, che però mi sembra sia riuscito a centrare bene la situazione italiana nel suo editoriale di qualche giorno fa: “L’atterraggio che non c’è”.

L’aereo Italia è in emergenza: ha perso un motore. Normalmente in questi casi tutte le forze convergono per facilitare l’atterraggio. Piloti, torre di controllo, militari, pompieri, equipaggio (hostess comprese). Che succede invece all’aereo Italia?

“La situazione è la seguente: il primo pilota (Silvio) non ha ancora deciso che rotta prendere; il secondo pilota (Tremonti) è in difficoltà con i piani di volo; l’equipaggio (il governo) è incerto e non ricorda le procedure di salvataggio; i passeggeri (il Parlamento) sono preda del panico e non vogliono atterrare ma restare sempre in volo fino al 2013; la torre di controllo (Napolitano) dà istruzioni ma alla radio dall’altra parte non trova nessuno; i vigili del fuoco (i sindacati) sono in sciopero; le ambulanze (gli industriali) non partono perché senza carburante; le esercitazioni militari (la magistratura) non solo non si fermano ma continuano un gran lancio di razzi e missili intorno al jumbo in avaria”.

In queste condizioni, altro che ripresa del Paese: si rischia veramente di andare a sbattere!

Ci auguriamo allora che l’opposizione sappia prendere in mano, con grande disponibilità al dialogo e altrettanta generosità (come da tanto tempo Enrico Letta tenta di fare), la situazione, contribuendo così a rendere possibile l’atterraggio.

E proprio in questa linea si inseriva la newsletter della scorsa settimana, che ha suscitato un interessante dibattito, cui ha partecipato anche il sen. Stefano Ceccanti

E’ sicuramente condivisibile l’osservazione dell’amico Stefano, quando afferma “a questo punto una ragionevole sforbiciata non è populismo, ma è un dato di razionalità”, tuttavia ancor meglio sarebbe partire con una sforbiciata ai privilegi. È proprio la mancanza di questo “frammento” che fa incavolare il cittadino e perdere credibilità al politico!

Dai Stefano, ti consideriamo già in quella lista dei politici seri che, come avevamo scritto nella precedente news, sentiamo il dovere di affiancare!

 

Buona settimana.

Amedeo Piva