Dunque, il nostro amico Amedeo, ci sfida a dire la nostra su una questione antica come il cucco (giovani vs vecchi, vecchi vs giovani) ma sempre insidiosa (non a caso in Italia il tema è diventato uno dei più banali topos del politically correct, ambito, questo, già di per sé e per eccellenza destinato alla fiera delle banalità). Se, da anziani, faremo i giovanilisti saremo sospettati di insincerità; se saremo vecchisti saremo sospettati di invidia e di gelosia dei nostri “privilegi”.
Non intimidito da questi rischi, vorrei dire la mia, partendo dalla mia esperienza: io, posso dire senza tema di smentita e con fierezza, di essere stato sempre non solo molto aperto verso i giovani ma anche appassionato della loro vitalità e contento di vedermene circondato ogni volta che sia stato possibile, anche sul lavoro. Anche ora che lavoro quasi esclusivamente con giovani o giovanissimi non ho mutato idea, anzi per molti aspetti mi sono ancora più affezionato ad essa. E ciò, non ostante io sia, me ne rendo conto (e anche se non lo facessi ci sarebbe qualcuno pronto a ricordarmelo) , caratterizzato da un (dicono) insopportabile snobismo intellettuale che mi porta a provare (fisico e incontenibile) fastidio per la sciatteria delle opinioni (soprattutto quando viene da persone che si dovrebbero supporre istruite) e, invece, a provare immediata simpatia per le opinioni anche strambe ma meditate ed argomentate.
Certo, se continuo ad avere piacere di avere a che fare con giovani e li stimo e li vorrei vedere sempre crescere ed affermarsi, significa che ho, per lo più, la fortuna di avere attorno giovani non banali né sciatti intellettualmente. Il che non sempre accade degli anziani che talora ho (provvisoriamente) avuto d’attorno. Dico provvisoriamente perché, sempre per il famoso snobismo intellettuale, di solito mi affretto ad allontanarmi dai fessi (scusate, è la migliore espressione che mi sono sentito di scrivere, fra le tante che mi sono venute in mente anche più icastiche).
Il fatto è che secondo me il vero discrimine non è l’età ma la fesseria (ovviamente, questa, stabilita a mio sindacabile ma fermo e snobistico giudizio): ci sono giovani fessi ed anziani intelligenti ma anche giovani intelligenti ed anziani fessi. Di solito quando le generazioni si contrappongono in base all’età siamo nel dominio della fesseria; quando si contrappongono per diversità di vedute siamo nel dominio della intelligenza, non foss’altro perché ci sono delle vedute.
Ora, come si applica questa lunga premessa personale al giudizio che ci chiede Amedeo con riferimento alla contesa “politica” dei cosiddetti rottamatori?
Beh, ecco un tentativo di risposta: se io dico “ti rottamo perché tu sei vecchio ed io giovane” siamo – in base a quanto detto sopra – nel dominio della fesseria; come pure quando, dall’altra parte, si dica “io facevo politica quando tu portavi i calzoni corti”. Se invece dico:”ti rottamo perché le tue visioni sono superate su questo (per queste ragioni) e su quello (per queste ragioni)”; e se dall’altra parte si risponde “ti sbagli per questo e quest’altro motivo”; allora non siamo più nel campo della fesseria ma del dibattito intelligente che non è assolutamente influenzato dall’età dei dibattenti.
Ora, a parte la grossolanità del termine “rottamare”, direi anche umanamente inaccettabile, la questione mi pare, forse semplicisticamente, stia proprio in questo: se si dicono fesserie, si può essere giovani o anziani, le fesserie rimangono tali (mi viene in mente il famoso detto napoletano che dice che aggiungendo rhum….non tutto diventa babà); se si dicono cose intelligenti, si può essere anziani o giovani, ma si stanno dicendo cose intelligenti che allora è il caso di discuterne ed analizzarle senza prevenzioni per l’età di chi le enuncia.
In sintesi: giovani o vecchi, cerchiamo di non fare i fessi (cosa, mi rendo conto, non sempre facile, specie se si è assillati dall’esigenza di comunicare suggestionando o di suggestionare comunicando). Ma, entrambi, giovani o vecchi, rassegnatevi: purtroppo, come dicono i francesi (questa settimana … la Francia va molto), ”les sots depuis Adam sont en majorité”.