“Non posso guidare un aeroplano appellandomi al principio di uguaglianza: devo prima superare un esame di volo. Perché quindi il voto, attività non meno affascinante e pericolosa, dovrebbe essere sottratta a un esame preventivo di educazione civica e di conoscenza minima della Costituzione?”. Così sulla Stampa Massimo Gramellini, che afferma anche: “Dirò una cosa aristocratica solo in apparenza. Neppure le sacrosante primarie bastano a garantire la selezione dei migliori. Per realizzare una democrazia compiuta occorre avere il coraggio di rimettere in discussione il diritto di voto”.

Che tentazione:  togliere il diritto di voto a tutti coloro che sanno leggere la realtà solo attraverso gli occhi spenti del “Grande Fratello”. Ma sarebbe poi davvero questa la soluzione? Escludere dalla decisione persone di fatto già escluse, al di là della posizione occupata nella società, perché incapaci di generare e condividere idee “col fiato lungo” e quindi di progettare – senza subire – il proprio domani?

Diciamolo chiaramente: non sono loro i veri colpevoli. Sperare nella favola del tycoon in doppio petto che pontifica “io mi sono fatto da solo” e nei lustrini degli studi televisivi in fondo è anche comprensibile, se intorno sei circondato dal degrado urbano e da una fin troppo urlata assenza di prospettive.

La domanda vera che dovremmo affrontare è allora: come dare la possibilità alle vittime del “pensiero scorciatoia” di conquistare nuove lenti per leggere il mondo?

Non ce la caveremo di certo migliorando solo la qualità del palinsesto (vedi Aldo Grasso in “Grandi ideologie al tramonto, con Renzi nasce il partito format”, Corsera, 3 novembre 2011). Bisogna tornare a essere in grado di formulare proposte efficaci e percorribili e di spiegarle con un linguaggio semplice. Dopotutto la nostra solida Costituzione, come ci ricorda il linguista De Mauro, è stata scritta utilizzando solo 1.357 parole, di cui il 93% appartenente al lessico di base. Parole comprensibili, le stesse che usiamo ogni giorno.

La semplicità non è sciatteria. È spesso sintomo di trasparenza e onestà.

Torniamo a lottare per mettere in atto obiettivi chiari e attuabili. E a rivolgerci a tutti, scegliendo parole semplici.

 

I NOSTRI INCONTRI…

PRAXIS propone un viaggio in Marocco per la prima settimana di gennaio 2012. Sarà un’occasione per visitare insieme un paese ricco di cultura, storia e bellezze paesaggistiche. E un modo per conoscere meglio, da vicino, l’Islam.

Maggiori info su programma e organizzazione nelle prossime newsletter.

 Buona settimana.

Amedeo Piva