Dott. Piva,
dissento totalmente da questa sua ultima Newsletter del 21/11/2011.
Non mi nasconderei mai dietro l’Europa, né con Roma (e mi sento altresì europeo e romano). Sono orgoglioso e fiero di essere “italiano” e mi sono sempre dichiarato tale ovunque sia andato all’estero. E ai detrattori ho espresso sempre una risposta logica alle mie fiere convinzioni.
Chissà cosa le avrebbe detto Montanelli…
Così come mi sento fiero di essere di essere cattolico, anche se abbiamo annotato comportamenti inusuali e talora gravi in alcuni ecclesiastici.
Ed ancora, noto altre incongruenze: dare tutta questa enfasi ad una sciagurata battuta di questo Sergio.
A mio parere tutto il successivo discorso é fuorviante, pieno di supposizioni, che non ci fanno onore. Spero vivamente di sbagliare.
Ma andiamo avanti: chi governa Roma (oggi) sa che ha tempi stretti, e anticipa qualche iniziativa. Certo sbagliata questa da lei citata. Ma il sindaco era stato assicurato sul Decreto di Roma Capitale in approvazione. E comunque é andato a buon fine!
Perchè continuare a fare supposizioni, solo per parlare dei soldi della comunità che sarebbero andati in fumo? Non é successo, con buona pace di tutti.
Questo di “buttare al macero”, mi dà l’opportunità di accennare a Veltroni. Ha lasciato in eredità al suo successore ben 12 miliardi di buco.
Forse anche retaggio dei predecessori. E per il buco nessuno nel PD teneva a contrapporsi ad Alemanno per questo.
Veltroni, a mio parere, ha lavorato solo per la sua immagine. Basta ricordare l’annuale raduno dei premi Nobel per la pace (quanto ci sono costati per diversi anni; senza alcun riscontro di notizie), ai continui viaggi con gli studenti (solo) verso i lager nazisti (che ci fa come guida un sindaco con i problemi di Roma? E dimenticando, per inciso, che potevano essere visitate, almeno volta, le “foibe”). Ignorato dallo stesso l’invito di Ernesto Galli della Loggia di togliere la via titolata a Lenin. Più volte reiterata… .
Ho sempre apprezzato i suoi scritti, l’attività e le iniziative che propone. Ho pensato che ogni partito dovrebbe avere un Piva come animatore e aggregatore per far crescere l’uomo. Una educazione permanente opportuna che svegli gli animi. Mi viene in mente il titolo di un libro di Susanna Tamaro, che è tutto un programma: “Non vedo l’ora che l’uomo cammini”. Le riconosco questo lavoro, in coscienza, che lei svolge e non mi creda alterato.
Le riconfermo però che, in Europa come in Africa o altrove, io dirò: “I COME FROM ITALY”.
Molto cordialmente.
Leonardo Ferrante
Gentile Leonardo, grazie per l’ attenzione e le puntuali considerazioni.
Desidero anch’io essere orgoglioso e fiero di essere italiano.
Non ti nego però che, quando nel lontano 1989 mi trovavo in un piccolo ristorante di una sperduta cittadina del Burundi a conversare sulla situazione dell’Italia con alcuni nostri volontari (a quel tempo ero presidente della federazione dei volontari Focsiv) , la risata ammiccante degli africani del tavolo accanto al sentire il nome dell’onorevole Cicciolina mi aveva messo in serio disagio. E c’era poco da spiegare. Così come negli ultimi tempi si poteva fare ben poco per superare l’ironia sul “Bunga Bunga” nazionale. Il tempo poi aiuta però a dimenticare e a permettere di ricostruire. Così come quasi nessuno ora si ricorda dell’onorevole Cicciolina, allo stesso modo sono certo che, a partire dal Presidente Monti, riusciremo a riprendere credibilità nei contesti politici internazionali. La ricostruzione del tavolo dei tre capi di stato (Francia, Germania, Italia) fa ben sperare.
Per quanto riguarda il reale rischio della decadenza del decreto Roma Capitale, nessuna accusa al sindaco Alemanno, anzi la condivisione del suo imbarazzo di fronte alla soddisfazione della Lega.
Certo non condivido parecchie delle decisioni di Alemanno. Glielo manifesto privatamente (siamo anche amici) e in alcune occasioni doverosamente anche in pubblico. Così è stato recentemente con la lettera aperta riguardante alcune sue gravi dichiarazioni in merito all’applicazione del TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) come strumento di ordine pubblico.
Ma lo stesso atteggiamento l’ho sempre avuto anche con il sindaco Veltroni. Non per nulla ho organizzato nel Lazio la lista Enrico Letta che si contrapponeva alla sua candidatura nelle primarie del 2007.
Spero continueremo a scambiarci con franchezza le nostre osservazioni, tentando reciprocamente di dare un nostro contributo a far sì che “l’uomo cammini”, come auspica il titolo del libro di Susanna Tamaro.
Amedeo Piva