Con sempre maggiore frequenza vengo coinvolto nelle ansie di amici e conoscenti (è ancora ampia le rete di ex-assessore alle politiche sociali) che cercano o hanno perso il lavoro. Sono situazioni spesso drammatiche.
Sul lavoro si fonda (art. 1 Costituzione) la nostra Repubblica democratica, che riconosce il lavoro come un diritto e promuove tutte le azioni per rendere effettivo tale diritto (art. 4).
L’articolo 18 dello “Statuto dei Lavoratori” può ancora considerarsi una misura utile a perseguire concretamente tale obiettivo? Questa è la prima domanda. Che il lavoro sia un diritto non equivale a dire che il proprio “posto di lavoro” sia una inalienabile proprietà privata. Un tempo, in una società italiana statica, “ il posto” lo si trasmetteva anche per linea ereditaria (es. poste, ferrovie …).
Ma può bastare la sola abolizione dell’ articolo 18 a favorire la competitività delle nostre piccole e medie aziende in un mercato globalizzato e aggressivo e, di conseguenza, garantire maggiori possibilità e posti di lavoro?
No, certo. Quindi, pur con la consapevolezza che i processi da attivare non recheranno immediati risultati, è necessaria una serie di organici strumenti che accompagnino e governino le trasformazioni del mercato e del mondo del lavoro.
Condividiamo la posizione esposta da Enrico Letta in un recente incontro a Padova: “Bisogna cambiare gli ammortizzatori sociali. Questa è la cosa fondamentale. Parlare di riforma dell’articolo 18 prima della riforma degli ammortizzatori sociali è sbagliato. La riforma degli ammortizzatori sociali va fatta perché sono basati sull’impresa fordista, mentre in gran parte dei casi i lavoratori sono autonomi o lavorano in piccole imprese”. L’ammortizzatore sociale, ha ricordato, “deve essere lo zaino del lavoratore e non la maniera per ristrutturare l’impresa”.
Troppo spesso si utilizzano in Italia gli ammortizzatori sociali come degli umilianti sussidi di sopravvivenza. Oppure se ne abusa. O, ancora, diventano integrazioni di secondi lavori al nero.
Guardiamoci intorno, in Europa. Proviamo a declinare le positive esperienze altrui alla nostra specifica realtà. Quali ne siano gli strumenti, l’obiettivo è estendere ad una più ampia fetta di cittadini quel diritto al lavoro, costituzionalmente sancito, che è sinonimo di dignità individuale e prosperità collettiva.
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SEGNALIAMO

“Insieme per Roma”: Roberto Logli nominato Segretario Generale

Il Consiglio Direttivo della Fondazione “Insieme per Roma” ha nominato Segretario Generale il nostro amico Roberto Logli. La Fondazione, presieduta da Monica Lucarelli, ha come cuore dell’attività la promozione del decoro urbano e la qualità della vita a Roma attraverso il volontariato cittadino e le iniziative spontanee della società civile. Insieme per Roma intende sensibilizzare e coinvolgere i comitati di quartiere, le associazioni, le imprese, famiglie e singoli cittadini in progetti e iniziative tese alla cura della città.

Nuovi lavori: donne e fantasia di Angela Maria di Luise   

Roma 1994, un piccolo condominio del Nuovo Salario. Ci incontriamo la prima volta con scatoloni pieni di libri e VHS. Marina è un architetto ed Angela Maria si occupa di consulenza e formazione nelle aree Marketing e nella Comunicazione.  Una passione in comune le unisce:  l’attenzione per l’arredamento, comunicare e  condividere con gli altri le proprie esperienze….

Roma 1994, un piccolo condominio del Nuovo Salario. Ci incontriamo la prima volta con scatoloni pieni di libri e VHS. E poi ancora tante volte: con le buste della spesa in mano, con i capelli ancora bagnati di ritorno dalla palestra, con le bambine addormentate in braccio, durante le interminabili riunioni di condominio dove chi urla ha sempre la meglio sugli altri.

Marina è un architetto ed Angela Maria si occupa di consulenza e formazione nelle aree Marketing e nella Comunicazione.  Una passione in comune le unisce:  l’attenzione per l’arredamento, comunicare e  condividere con gli altri le proprie esperienze. La casa di Marina è calda ed accogliente dove niente è dato al caso. L’arredo scelto nel tempo, racconta di un interno che è cresciuto con i suoi abitanti. L’architettura segna lo spazio: la luce viene catturata e modellata nei piccoli ambienti,  e una quinta in muratura nella camera da letto divide lo spazio per accogliere la luce. La casa di Angela Maria ricorda un piccolo openspace. La ristrutturazione è più tradizionale, ma pensata per permettere all’ambiente di accogliere e guidare la luce e dare più risalto agli arredi antichi valorizzati da un bel pavimento in cotto. E nasce così www.unacasanonacaso.it

Buona settimana.

Amedeo Piva