Caro Amedeo, non saprei proprio come risponderti. Però io ricordo un partito, tra il 1974 e i primi anni ’80, in cui incontravo gente viva, non sofisticata, capace di capire insieme le esigenze della giustizia sociale e della fede cristiana, o almeno della sua rispettabilità nella scelta libera dei cittadini tutti, non obbligati più a prendere posizione su ideologie atee o antichiesa, e capaci di portare dentro le sezioni anche il contributo profetico di gente come Mazzolari, Milani, Balducci, Turoldo, ecc…
Ricordo anche – e questo è l’aspetto più problematico – che tutto questo è stato poi schiacciato dalla nomenklatura arrivata in seguito, dopo qualche incertezza con Natta, e fino al retromarcia totale con Occhetto… e c’è un ricordo che mi dà pensieri non buoni: nel 1979 -all’incirca- fui chiamato a Valmontone in vista delle elezioni e c’era un big del partito interessatissimo al mio contributo di chiarificazione, con trasmissioni in radio ripetute e seguitissime su una radio locale ascoltata da tutti… Ovviamente: vinte quelle elezioni neppure un grazie: spariti tutti e per sempre… Ebbene, quel big è ancora in giro nel Pd e al posto di comando si è aggiunto anche suo figlio, che allora credo avesse meno di 10 anni…
Forse la ragione di tanta incertezza e tanto scoramento è in pratiche di questo tipo, oltre che nell’abbandono di prospettive che allora Berlinguer aveva aperto, e che il popolo del Pci – toccato con mano a lungo e in tantissimi posti diversi, aveva accolto con speranza…
Tutto qui. Non so se questa riflessione possa aiutarti, ma te la mando in amicizia…