Sono d’accordo. Il cambiamento più stabile avviene lentamente e dall’interno.
E’ necessaria però molta tenacia ed umiltà; è necessario essere pronti al sacrificio per dare l’esempio, cosa che la politica di oggi non è abituata a fare. Non ho grandi capacità di analisi politiche, come sa,i ma come persona razionale apprezzo lo sforzo di Monti e del suo governo, che con lucidità, trasparenza e serietà sta tentando (così a me sembra) di indirizzare il paese verso scelte stabili per quanto adesso dolorose. Nessuno vuole pagare l’IMU, nessuno vuole l’IVA al 23% ma se questo è il prezzo per un futuro stabile dobbiamo essere pronti ad accettarlo. Meglio sapere che i nostri sforzi sono per le tasse che non sapere che le nostre tasse sono per ballerine e società in Tanzania.
Mi piacerebbe conoscere meglio Enrico Letta, che è un’altra persona che mi ispira molta fiducia nei modi e nella pratica, ma stare dietro alla politica per noi comuni mortali che tentano di dare ai propri figli un po’ di spazio e allo sesso tempo di contribuire con il proprio lavoro al benessere della società (oltre che allo stipendio) è un privilegio che non sempre ci è permesso di avere.
Certo, è questione di scelte, ne sono convinto o meglio di un equilibrio di scelte: volontà, onestà, caso e fede.
Ma di questo ne potremmo parlare.
(Alessandro Radicchi)
In parte concordo con te, nel senso che è inutile cercare QUEL fatto o QUELLA persona che da sole porteranno il cambiamento, senza “costringere” ogni singolo cittadino a cambiare prima se stesso… però credo che con Berlusconi la lezione l’abbiamo imparata, ed ora non si cerchi più la leadership carismatica, la personalità dirompente, bensì la SQUADRA.
Secondo me quindi, questo livello di consapevolezza è acquisito dalla cittadinanza, ma, se da un lato è vero (come dici tu) che cambiare tutto può anche significare non cambiare niente, dall’altro certamente NON CAMBIARE NIENTE non significa cambiare!
Si questo punto in parte divergiamo, caro Amedeo, perché io credo che occorra un ricambio della classe dirigente: ricambio che andrà soppesato attentamente, perché gli esseri umani quelli sono, con tutte le loro umane debolezze, e nulla mi assicura che i “nuovi” saranno immuni da ciò che è accaduto ai vecchi amministratori…però questa classe dirigente deve fare un passo in dietro (non certo sparire!) e formare nuovi amministratori dando loro opportunità di sfidarsi, inizialmente con l’assistenza di chi ne sa ancora qualcosa in più. Occorre esperienza POLITICA, non solo imprenditoriale o lavorativa, per capire i meccanismi umani e politici e per potervi agire ugualmente… questo è certo. Tuttavia questa esperienza si acquisisce sul campo e non sui banchi dell’università… e se non si da mai l’opportunità a chi è ancora entusiasta e pieno di idee, di farsi avanti e tentare l’avventura, questi finirà per cedere al cinismo e verrà sopraffatto da chi ormai ha una folta peluria sullo stomaco e riesce meglio a digerire logiche insopportabili.
Quello che vedo io, dal mio punto di vista sicuramente limitato ma comunque interno sia al partito che alle associazioni “civili”, è che prevale ancora troppo la logica delle appartenenze e delle “condizioni politiche” nell’operare le scelte… non vedo qualcuno che SINCERAMENTE e devotamente cerchi nuovi talenti da portare avanti, da crescere per il bene di tutti! Non trovo nessuno che abbia il piacere intrinseco di scovare personalità e leadership in grado di condurre il cambiamento, magari non subito ma in prospettiva… qualcuno che lo faccia per il piacere di far emergere il meglio, non per fini e tornaconti personali! NON VEDO LUNGIMIRANZA.
Poi, ovviamente sono del tutto d’accordo con te sulla questione RIDICOLA dei partiti che cambiano nome sperando di illudere i cittadini di star cambiando metodo… si cambia il vestito sperando di far credere di essere cambiati dentro… PARADOSSALE! Questo dà la misura della stima e della considerazione che questa classe politica ha dei cittadini: ci considerano poco più di una massa inconsistente di IDIOTI, sic!
(farebbero prima a riformare la DC a questo punto… o no? Almeno sarebbero più sinceri…)
(Letizia Ciancio)