La crisi economica in Italia non sarà un fenomeno di passaggio. Sono tanti i segnali che ogni giorno sembrano rafforzare questa convinzione: basta guardarsi intorno, senza bisogno di andare troppo lontano.   

Prendiamo il fenomeno immigrazione. Pia Eliza Gonzalez, filippina, redattrice (www.akoaypilipino.eu, il portale di Filippini in Italia) e consigliera aggiunta del XVI municipio di Roma, ci racconta ad esempio come stia lavorando per avviare contatti tra la comunità filippina in Italia e le istituzioni internazionali, al fine di sostenere i rimpatri dei suoi connazionali.

È quasi inevitabile. Le disponibilità finanziare delle famiglie italiane diminuiscono drasticamente, le donne perdono il lavoro e i primi tagli alla spesa non possono che riguardare le collaborazioni domestiche,  babysitter e badanti comprese.

Nel frattempo i “migranti economici” trovano nuove mete: verso la Russia, il Golfo Persico e in un prossimo futuro – già effettivo per l’emigrazione qualificata – verso la Cina.

E in Italia? Ragioniamo di disfacimento dei partiti, crollo della politica, recessione dell’economia, stallo del governo Monti, decadenza del Vaticano…

Eppure dall’analisi di tutte queste pur drammatiche situazioni non ci arrivano elementi sufficienti per comprendere davvero le cause della crisi.

Ha ragione allora Giuseppe De Rita quando scrive: “La profonda crisi sociale che stiamo attraversando appare sempre più di natura antropologica”. Una crisi scaturita dall’eccesso di individualismo che affligge il nostro Paese, e non certo a partire dall’era Berlusconi. Certo, l’ex premier ha “dato una mano”, alimentando le tendenze egoistiche e in fondo antisociali degli italiani con il suo motto “Sono uno di voi, fate come me” (si è visto con quali risultati…).

Questo ciclo sociale, secondo De Rita, comincia invece molto prima: “Per alcuni con il ‘68 e la cultura freudo-marxista, per altri con la cultura radicale del divorzio e dell’aborto, per altri addirittura nel ‘62 con don Lorenzo Milani e l’obiezione di coscienza”.

Ma non è questo forse il momento giusto per cercare i colpevoli. Piuttosto, per rimboccarsi le maniche e guardare al futuro con decisione.  La risalita sarà dura. 

SEGNALIAMO…

Giovedì 14 giugno alle 18.30 Centro Astalli invita all’incontro “IN CITTÀ, INVISIBILI”. Colloquio sulle migrazioni.

Intervengono Rosy Bindi (Vice Presidente Camera dei Deputati) e Don Luigi Ciotti (Presidente Libera). Modera Marino Sinibaldi (Direttore Radio 3).

Chiesa S. Andrea al Quirinale – Via del Quirinale, 29 – Roma

È gradita conferma: 06 69925099 – astalli@jrs.net.

Buona settimana.

Amedeo Piva