Caro Amedeo,
questa volta non sono d’accordo. Il problema non e’ decidere se mandare o meno tutti a casa o chi preservare, il problema è purtroppo il degrado amministrativo che non conosce limiti ne’ si differenzia nel colore politico. La giustificazione che Montino forniva riguardo al comportamento dei consiglieri regionali PD riportata da Polito sul Corriere della Sera di domenica è a dir poco ridicola. E che dire dei dissesti provocati dalla gestione Bassolino in Campania o dei tanti comuni amministrati male sia da destra che da sinistra?
Qui non si tratta di privilegiare le seconde o le terze linee, si tratta però di constatare drammaticamente che i leader oggi in discussione non sono stati in condizione di formarle queste seconde e terze linee, ne’ di vigilare in periferia, se non durante i concitati momenti delle campagne elettorali, in analogia a quanto accade nelle università quando un Professore pur famoso ed illuminato e’ del tutto incapace di creare la scuola e di formare chi dovrà succedergli.
Infine si continua a parlare di riforma elettorale, di preferenze e di collegi e nessuno si pone il problema di quanto in periferia le realtà siano profondamente lontane da questi dibattiti ed i piccoli leader locali continuino a selezionare indisturbati “a modo loro” le classi dirigenti.
Ben vengano allora i vari D’Alema, Bindi, Turco, Finocchiaro etc etc impegnati però realmente a fare formazione e da guida alle seconde e terze linee e non solo convegni nell’ambito delle loro fondazioni, ma soprattutto a realizzare sul territorio quel raccordo e quel controllo tra periferia e centro che oggi manca ed è alla base dei dissesti cui assistiamo ahime’ quotidianamente.