Giorgio, sono felice di leggere le tue riflessioni sul momento politico che stiamo attraversando. Oggi, politicamente, ci si difende perfino contro l’evidenza. Questo produce nell’elettorato uno smarrimento e disincanto totale, ci si sente traditi ed ecco la reazione a caldo: non voto per nessuno oppure “voto Antonio La Trippa”, tipo film di Totò. Anzi, meglio TUTTI A CASA. Io ho sempre pensato che bisogna ritornare alle origini, al motivo per il quale una persona fa politica. Nel secondo incontro di questa nuova stagione di Praxis penso di aver assistito a un qualificato e ricco dibattito sull’uomo politico e le sue patologie: interessante le opinioni sul rapporto –del dare e avere– tra elettore e politico, ma quello che più mi è piaciuto è stata la definizione del nostro Amedeo di DEMOCRAZIA = PARTECIPAZIONE. Mi dispiace che non abbia avuto il tempo di rispondere alla domanda di Alessandro Radicchi: come si fa a diventare politici?

Vedi Giorgio, il confronto, la critica costruttiva non denigratoria fa bene alla democrazia. Credo che per essere un buon politico ci voglia un mix di competenze, doti di mediazione e tanta umiltà, elementi che  mancano a buona parte della nostra classe politica.

(Massimo Biagiotti)

 

Caro Amedeo

Il tuo amico Giorgio è molto puerile: La Polverini è stata eletta con calcoli elettorali sul filo dell’imbroglio.

Non aveva qualità politiche e morali, non aveva particolari pregi culturali ed umani.

Lo scandalo Marrazzo aveva lasciato spazio ad un personaggio privo di singolare levatura. Basta valutare  il discorso d’addio.

Essa per ingrassare le ruote del suo staff elettorale ha chiamato alla Regione Lazio i più corrotti, i più esagitati, insomma i mediocri.

Con la Polverini è tutto peggiorato: la sanità soprattutto.

Il tempo è galantuomo. Pagheranno i cittadini.

Giorgio guardi avanti. Il futuro non sta nelle Ie, 2e o 3e file, ma nelle aule universitarie, nelle scuole di formazione politica, nella Chiesa.

Giovani col senso dello Stato, delle istituzioni, giovani pieni di Carità politica: onesti, retti, puliti, che viaggiano accanto al povero, al disoccupato.

La lezione di Giorgio Napolitano nella formazione dell’attuale Governo, ci accompagni  nelle scelte della guida nella Regione Lazio.

(Antonio Lerario)

 

Amedeo, poni una giusta osservazione: valutiamo le persone per quello che hanno fatto e non per quello che stanno facendo. Sono convinto che qualcuno possa meritare di andare avanti e rappresentarci. Poi mi chiedo: siamo tutti, ma proprio tutti, in grado di valutare le persone che ci amministrano?

 So che è un’affermazione forte, facilmente strumentalizzabile, provo a spiegarla.

 In questi giorni sto battendo il “nostro” territorio per cercare di capire se la casa che ho in affitto da un ente e che mi stanno vendendo ad un prezzo molto, troppo elevato sia un’opportunità o no e per questo  sto guardando con un occhio più attento tutto il quartiere ed oltre. Amedeo è desolante! Un degrado paradossale, fatto di totale assenza della minima manutenzione della cosa pubblica da parte chi dovrebbe averne la responsabilità e da un’insopportabile inciviltà e menefreghismo nei comportamenti individuali di ciascuno di noi

Quello che mi amareggia di più è ascoltare i discorsi delle persone, oramai preoccupate solo a salvaguardare i loro interessi ed, alla meglio, chiosare l’ennesima osservazione sullo stato delle cose con la consueta perifrasi “…vabbè che ce voi fa’ a Roma funziona così…e poi come fai a sistema’ tutto…nun se po fa…te pare?!”. Rassegnazione come alibi per giustificare la propria pigrizia egoistica.

Gente che ti compri con la “clientela”, con il marciapiede e l’asfalto “elettorale”, con il centro commerciale o peggio con una serata fatta di porchetta, vino dei castelli e demagogia. Ecco cosa alimenta i mostri che in queste ore stiamo vedendo balzare agli onori delle cronache, mostri che, bada bene, popolano tutte le case…

Sono d’accordo, il “tutti a casa” in Italia non ce lo possiamo permettere, perché le seconde file non saranno meglio delle prime e rischiamo che le seconde, terze repubbliche saranno sempre pessime riedizioni della prima….che già non era un granché.

La scorsa settimana vedendo Ballarò ho visto un passaggio per me emblematico. La ministra Fornero parlando del problema esodati cercava di far capire come prima di parlare e trarre conclusioni (demagogiche, appunto) bisognasse avere contezza delle dimensioni quantitative del fenomeno e delle sue ricadute economiche e gestionali per le aziende (poi si può discutere che il tutto andava presidiato meglio). Un “astuto” Bersani zittiva la Fornero dicendole che un episodio come questo non lo si può affrontare con il pallottoliere, è un tema la cui rilevanza è politica…. Mi domando: e quindi? Che vuol dire?  

Non ho una ricetta, per carità, e sono anche io come gli altri, mi lamento ma non faccio nulla e forse non sarei nemmeno in grado di far nulla. Te l’ho scritto in qualche mail, ripartiamo dai basic. Non mi interessa che il mio prossimo eletto al consiglio municipale, comunale…sia un bravo politico, voglio che sappia cosa significa amministrare la cosa pubblica, nella più autentica accezione del termine. Presenti cosa vuol fare (senza aver paura del dettaglio) e poi periodicamente venga a raccontare (come dici tu) cosa ha fatto.

L’unica cosa che posso chiedergli come politico è quella di non farsi tentare dalla scorciatoia per il consenso, ma di essere d’esempio.

(Francesco Romei)

 

Giorgio ha ragione come tutti coloro che pensano prima di parlare (e magari anche di urlare), ma ci sono così poche persone che pensano oggi…. al bene comune. I più pensano al loro bene  personale…..

(Elvira Falbo)

Caro Amedo, spesso i tuoi scritti , sempre permeati da nobili intenti, mi provocano ed allora eccomi puntuale a risponderti.

Il tutti , ma proprio tutti, a casa è l’unica possibilità nel Lazio per non perdere definitivamente la faccia di fronte ai cittadini. E ti spiego perché.

In Regione siedono almeno una decina di consiglieri del PD con alle spalle più di una consiliatura, molti con esperienze nel Consiglio della Provincia di Roma  oltre che in Campidoglio e qualcuno anche in Parlamento. Molti sono, chi più chi meno, nostri coetanei. Ma per il Consiglio regionale e in genere per gli enti territoriali non vale la regola  delle due legislature?

A parte la curiosità , mi sai tu dire dove erano i 14 deputati regionali del Pd quando l’Assemblea della Pisana ha votato all’unanimità ( nessuno ha mai contestato questa affermazione ) l’aumento abnorme dei fondi a disposizione dei gruppi e dei consiglieri regionali? Mi potrai obiettare che nessuno se ne è appropriato e che tutti i consiglieri del Pd ne hanno fatto un uso legittimo. Lo afferma anche Fiorito.

Ma il problema è un altro: quei milioni a disposizione dei gruppi , erano o no un assurdo in un momento in cui si aumentava l’addizionale irpef , si tagliava la sanità, quando mancano medicinali e materiale sanitario negli ospedali, quando la Regione non paga i fornitori , non ci sono fondi per sostenere le PMI , si taglia sui servizi sociali, etc etc etc……  

Non ho registrato una voce, una , che abbia fatto mea culpa.  Un mea culpa serio, non la sceneggiata della Polverini tutta rivolta al tentativo di riacquistare una verginità perduta di fronte all’elettorato. Sicuramente sono un illuso, ma mi sarei aspettato le immediate dimissioni dei consiglieri per conocorso di colpa. Questo si che sarebbe stato un gesto politico  significativo e ineludibile da parte di tutte le forze politiche. Dimettersi per mandare a casa la Polverini , ha il sapore della solita melina dietro la quale i malpensanti – ma noi democristiani lo sappiamo che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina -potrebbero  vederci una malcelata speranza che non si raggiunga il numero di 36 consiglieri dimissionari, tanti ne servono per dichiarare chiusa questa legislatura regionale.

Se i vecchi non sanno essere migliori dei giovani , le cosiddette seconde file, allora il problema non è nel ricambio generazionale – con buona pace dei rottamatori  alla Renzi – ma nelle regole della politica non più in grado – sembra – di selezionare una buona classe dirigente.

(Vincenzo D’Ambra)

 

Io credo che non è un problema generazionale, quanto di “qualità, etica e competenza” che la si può trovare sia nelle vecchie che nelle nuove leve, anzi, a mio avviso, il massimo lo si otterrebbe dalla sinergia delle due realtà come peraltro è sempre stato in passato. 

Il problema è che da vari lustri, nel nostro paese, questi valori sono divenuti desueti e si sono date altre priorità sia nella politica sia nella società “civile”, ad esempio nelle aziende pubbliche e private ed il risultato è sotto gli occhi di tutti: 

  • la politica, stendiamo un velo pietoso;
  • la società “civile”, o forse dovremmo meglio definirla “incivile”, la vediamo girando per le strade;
  • l’imprenditoria, ne vediamo una espressione nella Fiat dove il massimo della imprenditorialità è quello di andare a prendere soldi dagli Stati e non certo guadagnandoseli sul mercato con creatività e innovazione.

Tutti a casa ! E’ un bel dilemma, ritengo che bisogna ricercare in tutte le espressioni possibili i tre valori di  “qualità, etica e competenza” in uno spirito di ricostruzione.

(Sandro Segarelli)

 

Caro Amedeo,

se è vero che: “giusto rinnovare. Ma attenzione, se non farà parte di un processo democratico programmato, darà solo spazio alle seconde file.  Sì, proprio a coloro che ora, meno conosciuti tanto da sembrare le nuove leve, sono proprio quelli che siedono alla Regione o in qualche consiglio comunale.

e quindi stiamo vivendo con le “seconde file” tanto vale cambiare con gente giovane che almeno ha qualche crosta in meno e un po’ di inventiva e coraggio in più.

Caro Amedeo non si deve pensare che quelli dopo di noi sono meno bravi e capaci di noi. Diamo qualche Consiglio (C maiuscola) ma lasciamoli a andare per il percorso in cui credono. Non bisogna aver paura.

(Paolo Gaspardo)

Caro Amedeo,

tu sei entrato in politica per purificare questo mondo fatto di soprusi e dominato dal danaro……Per questo avevo convinto  Martinazzoli a cercare Gente come te per rinnovare la DC del Lazio…..

Poi, dopo la fine della cosiddetta repubblica, altri interessi hanno giustificato in molti, anche persone molto perbene, di spendere per la politica danaro che la stessa politica si dava in barba ai troppi che soffrono……Noi siamo vecchi e pensionati e guardiamo con trepidazione le nostre brave nipoti che si affacciano alla vita con minore speranza  di cambiare il mondo rispetto a quello che abbiamo vissuto noi nella primavera Martinazzoliana…..

Ho avuto la fortuna di avere, nipoti , figli ed allievi più bravi di me, fedeli al detto di  Leonardo “Tristo è l’allievo che non supera il Maestro”

Ed è principalmente di questo che ringrazio il Signore……

A noi vecchi aspetta il tramonto, tenendo però presente la bella frase di Hillmann “il tramonto vede cose che il mattino neppure immagine”…..

Il mondo sta cambiando velocemente ed il capitalismo è finito, come il comunismo….Non basta più la protesta, bisogna presentare un mondo più giusto e sopratutto più felice.

 (Romano Forleo)