La settimana scorsa, in una nota alla stampa, il Centro Astalli esprimeva preoccupazione per la sorte delle oltre 20mila persone giunte in Italia dalla Libia nel 2011, tra cui molti rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni che il prossimo 31 dicembre non avranno più diritto all’accoglienza.
Di oggi la denuncia del periodico Espresso, che in copertina titola Scandalo profughi, sullo spreco e la cattiva gestione di fondi pubblici destinati alla cosiddetta emergenza Nord Africa.
Si tratta della punta dell’iceberg di un sistema malato e corrotto. E il desiderio di farsi voce di tante, troppe persone che non hanno ancora voce, è sempre più forte. Trae nutrimento dalle troppe ingiustizie che si traducono nell’offesa della dignità e dei diritti delle persone, soprattutto dei più deboli.
Da ogni parte si levano inviti all’austerità, all’onestà, alla buona e sana politica. Chi ha responsabilità di governo, chi ricopre ruoli istituzionali, non può più esimersi dal prendere coscienza della gravità della situazione e adoperarsi concretamente a favore delle persone e non più di interessi altri.
I più deboli: anziani, minori, diversamente abili, rifugiati, senza dimora e tanti altri, in questo momento pagano il prezzo più alto della crisi.
Con il pretesto della crisi, si sono messi da parte i diritti delle persone, calpestandone la dignità in nome di un interesse superiore. Siamo al punto in cui ci si disinteressa degli individui per mettere al centro l’economia.
Mi chiedo se le scelte fatte fino a questo momento siano le uniche possibili per superare una così dura crisi economica, causata da un sistema centrato sui soldi e preoccupato solo di fare altri soldi, che schiaccia senza remore le persone in difficoltà.
Appare lampante che è una situazione di estrema ingiustizia. I tagli effettuati troppo spesso riguardano oltre che i costi anche i diritti. Il diritto all’assistenza sanitaria, all’accoglienza ad esempio sono stati seriamente colpiti dai tagli alla spesa pubblica. Si è ancora incapaci di spendere bene e in maniera equa.
Ad amministrare la cosa pubblica siano persone oneste, serie, indirizzate al bene comune e capaci di mettere veramente al centro la persona, soprattutto quella più debole.
Election day, riforme elettorali, mediazioni tra i partiti. Questioni interessanti, per carità. Che però non si trasformano, ipso facto, in pane quotidiano per le mense delle famiglie disagiate o in lenzuola pulite per le persone bisognose accolte nei centri residenziali della città. Ogni giorno. Oggi 12 ottobre, domani sabato 13… Non tra tre mesi o la prossima primavera.
Il Centro Astalli, come tante altre realtà, è ogni giorno in prima linea per difendere i diritti dei più deboli e promuovere una cultura dell’accoglienza, ma purtroppo nessuno di noi vive di aria e bei pensieri. Qualcuno tra chi ha responsabilità di governo può distogliersi per un attimo dalle questioni accademiche e battere un colpo. Senza ulteriori indugi. E senza che nessuno tra i più indifesi debba scontare, ancora una volta sulla propria pelle, gli effetti di questa vergognosa negligenza.
Basta inviti, richiami, sollecitazioni, discussioni sterili. Abbiamo bisogno di agire animati dall’unico desiderio di pensare al bene delle persone, soprattutto le più deboli. Chi governa, ripeto, a tutti i livelli, ascolti il grido di chi è in difficoltà e abbandoni le vecchie logiche di potere della vetusta politica.
P. Giovanni La Manna sj