Sono circa due milioni e mezzo gli anziani non autosufficienti nel nostro Paese, un dato in costante aumento. È la realtà fotografata dal Primo Rapporto Nazionale sulla Non Autosufficienza, che attesta anche come solo lo 0,2 per cento della spesa pubblica destinata alla protezione sociale sia dedicata all’assistenza a lungo termine di questa fascia debole di persone.
Il risultato? Per i più fortunati che possono contare sulla vicinanza di qualche famigliare (donne, per lo più) o sulla presenza fissa di una badante, si prospetta la soluzione ottimale. Che vuol dire continuare a vivere nella propria casa, circondati dalle proprie abitudini.
Ma per tutti gli altri non di rado l’alternativa è scivolare giorno dopo giorno, troppo spesso nel silenzio, nella “marginalità”. Una parola unica che nasconde tante situazioni diverse, tutte ugualmente spaventose nella loro ordinaria “normalità”. Significa magari continuare a vivere da soli e in condizioni precarie nella propria casa, se si riesce. Finché si riesce.
È risaputo che, quando viene a mancare la famiglia vera e propria, la strada più giusta è restituire alle persone fragili un contesto famigliare in cui vivere. In una casa vera, abitata da affetti, con spazi propri, una quotidianità serena.
Basti pensare alla coraggiosa battaglia intrapresa da realtà come Spes contra spem (LINK), che ha fatto dell’impegno in favore delle forme di assistenza residenziale per i disabili una vera e propria ragione di vita (LINK).
Case famiglia, dunque. Spesso isole felici, come è noto agli operatori e ai tanti volontari che ogni giorno dedicano il proprio tempo a restituire il calore di una famiglia a chi altrimenti non avrebbe più nulla e nessuno su cui contare.
E un consapevolezza che sta finalmente trovando risposte anche al di fuori del mondo dell’associazionismo non profit.
Questo Natale ad esempio un grande azienda come Ferrovie dello Stato Italiane ha deciso di dedicare la sua Campagna di solidarietà 2012 a sostegno di un piccolo, prezioso, progetto. La ristrutturazione e il potenziamento di cinque case famiglia, gestite dalla Comunità di S. Egidio in Liguria, in Campania e in Sicilia, che accolgono anziani soli e persone senza fissa dimora.
Dal prossimo lunedì 10 dicembre e fino all’11 gennaio 2013 sarà possibile quindi con un piccolo contributo acquistare confezioni di cioccolatini offerte da 70 volontari del Gruppo FS a bordo delle Frecce, ma anche lasciare nelle stazioni un’offerta nelle biglietterie, nelle macchinette self service e nei Freccia Club (LINK).
Cinque, sembra poco? No, perché segno concreto di quell’indispensabile “rinnovamento culturale” invocato venerdì scorso dall’ad di FS Italiane Mauro Moretti durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa nella sala della Pace della Comunità di S. Egidio.
Il Natale insomma può essere dolce, senza diventare per forza stucchevole.
Se passa finalmente la percezione che quanto accade a chi ci è vicino non è necessariamente “problema di altri”. Ma ricchezza di tutti, se riusciamo a trovare risposte adeguate, come restituire una famiglia a chi l’ha persa e ne ha bisogno davvero per continuare a vivere.