Caro Amedeo, non sono necessari i sacrifici per far crescere il PIL : sono necessarie idee di come e su quale settore indirizzarci! Poi magari serve pure fare sacrifici..
Non riesco a credere che tutti i santi giorni tutti i politici presenti alle varie discussioni non riescono ad andare oltre la generica, e pertanto condivisa da tutti, idea che si debba crescere e dare una scossa all’economia!
Nessuno che provi ad accennare a quale sia la sua idea di economia utile per il paese futuro! Io personalmente mi sono stufato di continuare a sentire che il problema nasce dal minor costo del lavoro che c’è nel BRIC, e allora cosa facciamo? Gli dichiariamo guerra? O in alternativa pensiamo a come collocarci tenendo conto che anche costoro vorranno prima o poi avere un frigorifero, una macchina, una casa e poiché sono capaci di costruirsela a minor prezzo non verranno certo a comprarli in Italia!
Provo a rappresentare come valida alternativa il tema del turismo legato alle splendide opere esistenti in Italia: in ogni paese dell’Italia! Non una proposta su come valorizzarlo, come rispondere alle richieste che già si avvertono, a chi rivolgere l’offerta, a come anticiparla e predisporsi ad accoglierla…
Possibile che il nostro ministro del lavoro veda solo nell’edilizia la ripresa, senza furbamente neppure accennare a quale tipo di edilizia intenda riferirsi: ma non ci vuole molto a capire che va in direzione diametralmente opposta alla industria turistica ancora non valorizzata che abbiamo invece a portata di mano nel giro di poco tempo!
Come non tremare quando il buon Monti trova per le prossime elezioni l’appoggio di Fini (!) o di Casini che, se non vuol litigare con il suocero, sa bene cosa deve fare per non contraddirlo! D’altra parte, come diceva un’altro ministro, con la cultura non ci si mangia!
Mi viene in mente che nella mia famiglia abbiamo oltre una decina di quadri veramente molto belli e di valore dipinti da tal Liverani tra il ’43 e il ’45 durante l’occupazione tedesca di Roma, che i miei familiari avevano acquistato mentre erano sfollati in Prati, da questo pittore che abitava nell’appartamento a fianco al loro, scambiandoli man mano con farina, vino, olio e pane!
Mio padre era muratore, i miei zii erano autisti, mio nonno vignaiolo: nessuno aveva fatto una scuola superiore alla V elementare e le donne neppure quella, eppure avevano ritenuto, pur nella loro ignoranza, utile fare questi baratti. E non certo perché facessero borsa nera o abbondassero di cibo, ché mia madre ricordava sempre il tentativo finito in un generale mal di pancia, di macinare i semi della saggina delle scope per farne farina o i minestroni a base di buccia di fave!
E costoro: laureati, professori, consulenti, politici navigati che vivono mangiando solo caviale, ancora non hanno la minima idea di come vedere il futuro del nostro paese che non sia quella di assicurarci sacrifici senza darci una sola meta comprensibile!