I turchi in Italia non hanno mai goduto di buona fama. “Fumare come un turco” è sinonimo di eccesso, “bestemmiare come un turco” di sregolatezza e cieca irrazionalità.

Abbiamo sempre mantenuto un atteggiamento di superiorità nei confronti di questo popolo che, dopo secoli di splendore dell’impero ottomano, siamo riusciti infine a sconfiggere e umiliare.

Sono trascorsi tanti anni, eppure il nostro atteggiamento continua a ispirarsi a una arrogante quanto infondata superiorità italica.

Mi è bastata una breve vacanza a Istanbul per capire che la situazione è ben diversa. Noi, un paese invecchiato e stanco, la Turchia invece una realtà piena di giovani attivi, guidati da un governo capace di elaborare programmi e strategie a medio/ lungo termine.

Un magistrale insegnamento ci giunge in particolare dalla Turchia sul tema duro e difficile della disoccupazione che, mai come ora, sta mettendo in ginocchio la crescita di tanti paesi. Italia in testa.

Per favorire il dinamismo del mercato del lavoro dal 2009 in Turchia sono state applicate tre misure chiave, così come rivela anche un’inchiesta recente del Corsera (LINK).

Primo: lo Stato paga i contributi sociali dei  giovani  neoassunti (18-29 anni) per un periodo di due-quattro anni. Una misura estesa anche a tutte le donne, indipendentemente dall’età.  Secondo:  l’amministrazione pubblica organizza corsi di specializzazione per mestieri artigiani, ma non solo. Dove i partecipanti hanno diritto a un ticket di 10 dollari al giorno per il trasporto e il vitto. Terzo: le imprese possono assumere i giovani alla fine della formazione per un periodo di sei mesi, durante il quale è lo stato a pagare salari e contributi. Poi, terminato il semestre,  l’imprenditore può decidere liberamente se assumere, questa volta a tempo indeterminato.

I risultati della “ricetta turca”? Da una disoccupazione del 14 per cento nel 2009 sono passati oggi al 9,1. E in Turchia sono “spuntati” 4,6 milioni di posti di lavoro, mentre nell’Eurozona ne perdevamo 7,6.

E noi in Italia?  Non sentiamoci umiliati a copiare dalla Turchia. E magari diamo un’occhiata anche a dove traggono le risorse per sostenere questi investimenti per il lavoro!

Se continuiamo a piangerci addosso, come vecchie vestali solo attente a non far spegnere un ormai timido focolare, finiremo per morire dal freddo.

Forza Bersani, dico io.  Ci ho messo la faccia.

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IL SEGUGIO – Rubrica a cura di Veronica Arpaia

La rubrica di Praxis che aiuta a rimettersi davvero in gioco (LINK).

Questa settimana con tante opportunità di lavoro in Svizzera, ma anche a Roma e a Milano.

Buona settimana.

Amedeo Piva