Siria. C’è un accordo per il cessate il fuoco, ma non proprio subito, perché forse non tutti ci stanno, dipende dai turchi, anzi no, dai russi, dall’Isis, dagli americani, dalla Merkel…
Anche senza pretendere di capire, solo provarci è una fatica che spesso risulta inutile: troppe variabili, troppi retroscena, troppo complicato, neanche gli esperti sono d’accordo tra loro. Non si capisce cosa sta realmente succedendo, figuriamoci se si riesce a farsi un’idea di quale potrebbe essere la soluzione migliore.
E poi, migliore per chi? Per i siriani amici di Assad o per quelli che lui ha perseguitato? Per la stabilità nell’area? Per fermare l’ISIS? Per fermare il flusso inarrestabile dei profughi che attraverso la Turchia si ammassano ai confini della nostra Europa? Migliore per noi?
Certo, se invece di abitare a Roma abitassimo ad Aleppo tutto questo non sembrerebbe una noiosa partita a risiko: tutto diventerebbe improvvisamente reale, brutale nella sua quotidianità, angosciante nella sua drammatica incertezza e nella paura di non raccontarlo.
E se guardassimo la costa avvicinarsi con gli occhi di chi sta sul barcone e non il barcone avvicinarsi con gli occhi di chi sta sulla costa? O la fine del mese con gli occhi di chi non riceverà lo stipendio invece che con gli occhi di chi legge le statistiche sulla disoccupazione?
“Depende, de qué depende, de según como se mire todo depende”, ripeteva un successo dei Jarabe de Palo: gli eventi non hanno mai una sola dimensione, non si esauriscono mai in una sola narrazione; la loro interpretazione e la loro drammaticità dipendono dal nostro punto di osservazione e da quanto il loro esito tocca da vicino la nostra vita. Più numerosi e più diversi tra loro sono i punti di osservazione in cui riusciamo a immedesimarci, maggiore sarà la probabilità di avere un quadro realistico e di riuscire a farci una opinione più oggettiva e completa. E allora (forse) riusciremo anche a capire per quale soluzione tifare.
Venerdì scorso sono stato alla festa per la conclusione di un corso da pizzaiolo per ciechi e guardandoli impastare, condire e sfornare ho provato per un po’ a guardare la cosa dal loro punto di vista (sì, lo so che è un ossimoro!): anche il movimento più banale mi è sembrato eccezionale, anche i dettagli a cui non avevo mai badato mi sono sembrati determinanti. “De según como se mire todo depende”, ricordiamocene quando vogliamo capire e dobbiamo giudicare.