9Definiamo “miope” chi ha una ridotta capacità di mettere a fuoco ciò che è lontano e -proprio per questo- l’aggettivo è spesso utilizzato in senso figurato per cui il miope diventa il non lungimirante, l’ottuso, il non perspicace. Definiamo “miope” la scelta poco avveduta, che non tiene conto delle future evenienze o il perseguire una soluzione a breve termine che causerà più danni del male che vuole arginare.

Su questo piano il contrario di “miopìa” è certamente “lungimiranza”: definiamo infatti lungimirante una persona che guarda e vede lontano nel tempo, che prevede con saggezza gli sviluppi degli avvenimenti futuri; o anche chi mira a uno scopo lontano e agisce in modo da crearsi le condizioni favorevoli per conseguirlo.

Queste oculistiche riflessioni mi sono venute alla mente seguendo -la scorsa settimana- il significativo viaggio del presidente Mattarella in Cina, con il quale ha cercato di ricucire il rapporto -dopo l’abbandono dell’Italia del cosiddetto “accordo della via della Seta”- con un paese così rilevante. Si è discusso non solo dei reciproci rapporti commerciali, ma anche dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente e del dialogo tra il Nord e il Sud del mondo.

Leggendo i discorsi del presidente ho colto lo stridente contrasto tra il loro respiro lungimirante e la miopìa delle stucchevoli polemiche di cortile che -in quegli stessi giorni- occupavano l’attenzione della “nazione” (caviale contro olio di ricino, zecche rosse contro camicie nere, …): è strano -ho pensato- che un vecchio (Mattarella ha quasi 84 anni!) si preoccupi del futuro a lungo termine molto più dei politici giovani che quel futuro dovrebbero considerare importante e prioritario!

Alla tv cinese Mattarella ha ricordato la lezione di Marco Polo: “I mercati aperti sono l’antidoto alla guerra”, ma -al tempo stesso- ha espresso l’esigenza di “riequilibrio nel rapporto importazioni-esportazioni: gli investimenti italiani in Cina continuano a crescere e il governo li sostiene, sono invece molto più bassi quelli cinesi in Italia”.

Nella lectio Magistralis all’Università di Pechino -con riferimento alle guerre in corso- il Capo dello Stato ha evidenziato come gli eventi richiederebbero “concordia per un esame comune e convergente dei problemi, mentre non è questo il clima nella comunità internazionale”. Per evitare equivoci limitandosi ad auspici generici, Mattarella è poi sceso sul concreto: “La Cina è uno dei protagonisti fondamentali della vita internazionale. Desidero esprimere l’aspettativa che essa faccia uso della sua grande autorevolezza sul proscenio internazionale per ribadire la sua tradizionale posizione a sostegno delle norme di convivenza della comunità internazionale, adoperandosi per porre termine alla brutale aggressione russa all’indipendenza e alla integrità territoriale dell’Ucraina, primo passo per una pace giusta sulla base dei principi della Carta delle Nazioni Unite”.

Ha poi continuato: “Un’altra area che sollecita l’impegno di tutti per bloccare la spirale di violenza è il Medio Oriente, martoriato dal criminale attacco terroristico di Hamas contro inermi cittadini israeliani, dall’inaccettabile scia di violenza contro la popolazione civile della Striscia di Gaza, dall’allargamento del conflitto al Libano meridionale. Occorre fermare subito la guerra, per avviare soluzioni anche all’immane crisi umanitaria che ne è derivata. Confido che la Cina vorrà aggiungere la sua voce affinché i diversi attori regionali esercitino moderazione e possa essere finalmente applicata una soluzione a due Stati tra Israele e la Palestina”. «Vi sono, davanti all’umanità – ha detto il Presidente in un’intervista rilasciata alla televisione cinese – tante sfide globali che nessun Paese da solo può affrontare». Altro che la miopìa del sovranismo da pianerottolo: decisamente un passo diverso e uno sguardo lungimirante!