Il monsone, dopo aver scaricato la sua forza, con la stessa rapidità con cui era venuto, lascia spazio a un sole caldo che fa capolino da squarci sempre più ampi di un azzurro intenso tra le nuvole in rapido movimento.

Giorgio Mazzini, pro-pronipote di Giuseppe, scende dal risciò motorizzato (usi e tradizioni sono difficili da sradicare nell?India sia pure mediatica e della ricerca spaziale) che lo ha portato dall?aeroporto internazionale al Leela Palace, incurante del fiume d?acqua che lo scroscio del monsone ha lasciato sulle strade. Viene accolto dal portiere con il pittoresco abito della tradizione indiana, che lo introduce nell?atrio elegante e raffinato stile Old England.

Giorgio è stato inviato a Bangalore (Bengaluru nel dialetto locale, il kannada) dal governo della Centronia per un importante Convegno sulla finanza etica internazionale organizzato dal Governo della Federazione Unita Indiana, sorta a metà degli anni ?10 dall?unione di India, Pakistan e Bangladesh. Con quasi due miliardi di abitanti è il paese più popolato della terra, avendo al momento della riunificazione superato la Cina. Lì avrebbe incontrato anche Marco Benso, pro-pronipote di Camillo, Conte di Cavour, Lucio Salvemini, pro-pronipote di Gaetano, Luca Garibaldi, pro-pronipote dell?Eroe dei Due Mondi, inviati come rappresentanti rispettivamente di Padania, Terronia e Insulonia.

Dopo una doccia ristoratrice per attenuare gli effetti del jet-lag, Giorgio si cambia e raggiunge i colleghi al ristorante per la cena. Dopo i convenevoli di rito ed essersi vicendevolmente interessati della qualità del viaggio, prendono un aperitivo e si accomodano al tavolo con i loro nomi appositamente predisposto dall?organizzazione del convegno.

Giorgio ha già esperienza dell?India, attratto dall?approccio spirituale alla vita della sua gente, e in passato ha compiuto numerosi viaggi per effettuare volontariato quando il paese non era ancora una potenza economica e vi erano larghe sacche di povertà nella popolazione soprattutto dei villaggi. Si propone quindi di aiutare gli altri, digiuni di usi e costumi del paese.

?Consiglierei una cena a base di piatti locali: la maggioranza della popolazione è vegetariana, per convinzioni essenzialmente religiose, ma si possono trovare ottimi pietanze soprattutto a base di pollo. Mi raccomando di chiedere cibo ?no spicy?, perché la preparazione è estremamente piccante?.

Giorgio ordina il suo piatto vegetariano preferito, l?aloo mattar, Marco del pollo al curry ?mi raccomando no spicy?, Lucio e Luca del pollo vindaloo senza la raccomandazione ?tanto noi siamo abituati al peperoncino??

?Certo che ho trovato un paese estremamente diverso da quello che pensavo?, osserva Marco ?un aeroporto che può fare invidia ai migliori europei, autostrade, grattacieli, tanto verde ben curato, addirittura campi da golf all?interno della città: niente che possa far pensare a un paese del terzo mondo, come veniva considerato fino a qualche anno fa.?

?Quello di oggi è un paese che non ha nulla a che vedere con quello che trovò Paolo VI nel suo viaggio a Bombay del 1964, al termine del quale fu lanciata una colletta internazionale per la fame nel mondo? interviene Giorgio ?sono lustri che nessuno muore più di fame e, soprattutto dopo l?unificazione, l?intelligenza e l?intraprendenza della sua gente, l?eccellenza del sistema educativo, uno stile frugale di vita, hanno portato a un livello di vita paragonabile a quello dei più avanzati paesi occidentali?.
?Che cosa ha di diverso, rispetto al nostro, il loro sistema educativo?? chiedono gli altri.
?Il sistema educativo occidentale, tra i quali il nostro, è fondato essenzialmente sulla preparazione tecnica, e si disinteressa della dimensione umana. Qui invece l?educazione è di tipo olistico: all?eccellenza della preparazione tecnica si affianca quella spirituale e della formazione della persona quale portatore e testimone dei valori peculiari dell?uomo.?
?Certo che gioverebbe anche al nostro sistema un simile approccio? soprattutto per molti dei nostri giovani, spesso superficiali e poco motivati da ideali?.

Arrivano le portate e la conversazione si interrompe. Lucio e Luca assaporano incuriositi il loro piatto, ma dopo qualche boccone diventano paonazzi? la prova peperoncino non ha retto, e, tra i sorrisi divertiti di Giorgio e Marco, sono costretti ad ordinare altri cibi meno piccanti. La cena procede tranquilla e Giorgio conclude: ?domani ci aspetta una lunga giornata di lavoro, e dopo le fatiche del viaggio è bene andare a riposare?.

Il Convegno

Dopo una notte tranquilla e abbastanza riposati, la mattina successiva i quattro si ritrovano per una colazione ?continental? e si avviano alla sala convegni, sede del Congresso, unitamente a una variopinta folla di rappresentanti di quasi tutti gli stati della terra.
Il Congresso è stato organizzato dagli organismi sovranazionali per concertare linee comuni dopo la grave crisi economica che ha fatto seguito, dopo alcuni anni, a quella molto profonda del periodo a cavallo del 2010.

Presiede i lavori, che vedono la partecipazione dei più qualificati esponenti delle economie mondiali, Amartya Sen junior, nipote del premio Nobel Amartya, che per primo introdusse dapprima in India e poi nel resto del mondo il concetto di finanza etica.
Presenti anche Arjun Ghandi, pronipote del Mahatma, e Hameed Jinnha, pronipote di Mohamed, padre fondatore del Pakistan. I loro avi avevano risolto i problemi etnici e religiosi dell?India del periodo immediatamente successivo all?indipendenza, creando Stati separati per indù e mussulmani.
I pronipoti, con un importante lavoro di cucitura basato sulla tolleranza etnica e religiosa, sul progressivo superamento del sistema castale reso possibile dal vertiginoso sviluppo economico e dal grande miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, soprattutto del ceto medio e dei fuori casta, sono riusciti nell?impresa di riunificare tre grandi Paesi in un?unica grande Federazione, che ha dato un enorme impulso alle dinamiche del paese.

Dietro il palco, una grande scritta che sintetizza il tema del convegno e che riporta una frase del Mahatma Gandhi:


In questo mondo vi è il necessario per andare incontro ai bisogni di tutti ma non c?è il necessario ad incontrare l?ingordigia di ogni singolo individuo.

I lavori durano un?intera settimana, durante la quale vengono affrontati tutte le problematiche (e le azioni conseguenti) di ordine politico ed economico finalizzate alla creazione di un nuovo e diverso ordine mondiale.

L?idea fondamentale è quella di superare la concezione egoistica del benessere a tutti costi, da ottenere tutto e subito anche a detrimento della sofferenze e delle privazioni della parte più debole della società, con quella del Bene Comune Universale
Il denaro è legato al benessere della società e degli individui che la compongono. e va eticamente inteso come strumento per migliorare la felicità delle nazioni, e non esclusivamente per il proprio interesse. L?egoismo sfrenato non può portare altro

che profonde crisi e malcontento comune. Denaro e morale vanno di pari passo.
Da qui l?impegno dei Governi dei paesi più ricchi per introdurre stili di vita morigerati e lontani dagli eccessi consumistici e dagli sprechi che avevano innescato le precedenti crisi e propiziato il serio deterioramento delle condizioni ambientali.

L?impegno di tutti i Governi a mettere da parte tutti i distinguo politici e religiosi e a realizzare una politica della solidarietà tra paesi ricchi e paesi poveri, favorendo, con un?equa redistribuzione delle risorse liberate dai minori consumi dei paesi ricchi, anche in termini di spese militari per il miglioramento delle condizioni geopolitiche internazionali, l?attuazione di riforme e la realizzazione quegli investimenti necessari per eliminare il problema della fame, delle malattie e dell?analfabetismo. La domanda mondiale avrebbe comunque un forte impulso perché la crescita di quella dei paesi poveri compenserebbe con gli interessi la diminuzione di quelli ricchi.
Un temperato benessere universale che eviterebbe anche l?odissea di milioni di disperati che fuggono da inaccettabili condizioni di vita, perché trovano nei loro paesi pace, lavoro e un futuro degno per i propri figli.
Il Convegno si chiude con l?impegno a ritrovarsi nel 2033 per verificare i risultati pratici delle decisioni prese.

L?epilogo

Al termine della settimana di lavori, i quattro si ritrovano per la cena di commiato prima di intraprendere il viaggio di ritorno.

?Veramente interessante questa conferenza, e speriamo che non si riveli un?utopia e che riesca a dare una soluzione concreta e duratura ai problemi umani ed economici, soprattutto dei paesi più deboli?, osserva Marco.
?Anche al termine della crisi passata, quella degli anni 2008-2010, si è svolta una Conferenza analoga, ma le tante speranze sono andate presto deluse?, interviene Giorgio ?Questo perché, pur nel tentativo di trovare vie nuove, si è finito per seguire quelle vecchie: passata la grande paura, è progressivamente tornato il consumismo sfrenato e il desiderio di vivere al di sopra dei propri mezzi. E in mancanza di comportamenti etici fondati sulla sobrietà e sulla solidarietà verso i più deboli, i problemi legati a un?economia miope e senza freni morali ha inevitabilmente generato i problemi di sempre. Sono millenni che i grandi saggi di ogni paese e di ogni cultura indicano la strada da seguire, ma l?uomo, mosso dal proprio egoismo, sembra refrattario a qualsiasi invito. Speriamo che l?esempio venuto da questo grande paese possa smuovere le coscienze e promuovere un?economia motivata dal bene comune.?
?Anche noi ce lo auguriamo con tutto il cuore? ribadiscono Lucio e Luca, che coglie l?occasione per introdurre un diverso tema: ?In tutta la settimana che abbiamo trascorso qui ho avuto modo di leggere molti giornali internazionali, e non ho trovato nessuna, nemmeno una, notizia sui nostri paesi?.
?E ti meravigli?? incalza Giorgio ?La nostra politica è molto provinciale e focalizzata su problemi, quando non dissidi, interni e di carattere personale. La situazione è anche peggiorata da quando ci siamo divisi e abbiamo creato stati indipendenti . A chi vuoi che possano interessare le nostre beghe interne??
?E? vero, e, collegato a questo, ritengo vi sia anche un altro problema?, interviene Marco ?Quando ci rechiamo all?estero spesso non traspare l?orgoglio di appartenere al nostro paese, orgoglio che caratterizza gli abitanti dell?India e di tutti i grandi paesi del mondo. Anche per questo ritengo che non riusciamo ad ottenere la considerazione che meriteremmo?.
?Anche prima della scissione, l?Italia ha conosciuto un lungo periodo di stagnazione economica? osserva Lucio ?e con la scissione le cose sono ulteriormente peggiorate. Guarda invece questo paese: ha superato i propri dissidi interni, si è unito e ha propiziato un lungo periodo di prosperità che ha portato la sua gente a un incredibile miglioramento della qualità della vita.?
?Proprio vero? ribadisce Giorgio ?Guardiamo alla storia del nostro Paese: è uscito sconfitto da una guerra devastante che ha prodotto lutti, macerie, odi profondi, ma con la tenacia, la laboriosità, la frugalità e l?ansia di dare un futuro migliore ai propri figli, ha saputo, con il contributo di tutti, progredire fino a diventare una delle grandi potenze economiche del mondo. Raggiunto questo traguardo, è venuto meno il sacro fuoco del periodo nascente, ci si è seduti sui risultati raggiunti ed è intervenuta una fase di lento declino, accelerato quando il prevalere di egoismi ed interessi di parte hanno portato alla scissione. Al Congresso erano presenti i discendenti di quei padri fondatori dell?India moderna e indipendente che con la loro capacità, la forza del dialogo della tolleranza e della non violenza sono riusciti a riunificare le loro genti ed assicurare loro un futuro di sviluppo, di prosperità e di pace. Noi siamo i discendenti dei padri fondatori dell?Italia unita, abbiamo capacità, desiderio di dialogare e di operare, senza alcun tornaconto personale, per il bene della nostra gente. Perché non unire i nostri sforzi per tentare di far uscire il nostro paese, la nostra Italia, dal tunnel delle divisioni e dell?inerzia economica, per dare alla collettività un futuro migliore??

L?attimo di pausa e di riflessione sulla proposta viene interrotto da Giorgio, la cui attenzione viene attirata da un indiano, elegante e distinto, che fa il suo ingresso nella sala: ?Kevin, Kevin??
?Giorgio, sono contento di vederti? ti sapevo qui e mi fa molto piacere incontrarti? interviene Kevin in un italiano perfetto.
Giorgio fa le dovute presentazioni: ?Vi presento Kevin Kumaramangalam, ambasciatore di Centronia presso la Federazione Unita Indiana. Molti anni fa suo padre ha acquisito la cittadinanza italiana e, per il clima di accoglienza che ha sempre contraddistinto Centronia, ha potuto raggiungere i vertici della diplomazia; anche questo è un segno dei tempi che cambiano. Kevin, ti presento i rappresentanti di Padania, Terronia e Insulonia?.

Giorgio, a conclusione della serata, propone un brindisi di commiato:
?Arrivederci al Congresso del 2033, con l?augurio di ritrovarci, tutti rappresentanti di un unico grande Paese prospero unito e motivato da forti ideali, che può dire con autorevolezza la sua sui grandi temi che interessano tutta l?umanità?.

La mattina successiva i quattro, dopo aver raccolto le loro cose, si avviano insieme, col solito risciò e sotto il solito scroscio di monsone, verso il volo di ritorno.
In vista dell?aeroporto il cielo si apre su un meraviglioso arcobaleno.
Giorgio lo ammira stupito con un sorriso che non dissimula speranza e intima soddisfazione.