Non convince. A Cancun la posizione dell?Unione Europea non convince, né i Paesi in via di sviluppo, né gli Stati Uniti, né la società civile internazionale.
La fretta di avviare il negoziato sui Temi di Singapore (liberalizzazione degli investimenti, trasparenza negli appalti pubblici, facilitazioni agli scambi e concorrenza) non incontra l?appoggio dei partner commerciali, a Sud come a Nord del mondo. Così gli stessi USA.

La questione da risolvere è quella agricola, a cui i Paesi più poveri tengono particolarmente, essendo il 70 % della loro popolazione impiegata in agricoltura, per lo più di sussistenza visto che i mercati internazionali sono blindati e non permettono l?accesso ai prodotti di questi Paesi. Basti pensare che negli ultimi dieci anni il volume delle esportazioni dell?intera Africa Sub-sahariana è sceso ad appena l?1 % del totale, un dato allarmante che è reso possibile dai lacci e lacciuoli dei sussidi con cui i Paesi industrializzati ? prima fra tutte l?UE, seguita da Giappone, USA e Canada ? finanziano la propria agricoltura, la produzione e le esportazioni.

L?accordo sull?agricoltura non si trova e senza questo il negoziato non va avanti. I Paesi del Sud del mondo chiedono l?abolizione dei sussidi, che distorcono la libera concorrenza abbattendo il prezzo dei prodotti sul mercato mondiale, e rivendicano un trattamento speciale e differenziato che consenta loro di colmare il ritardo che portano, rispetto agli altri Paesi, in termini di sviluppo. Gli USA, se da un lato chiedono la riduzione e la progressiva eliminazione dei sussidi, dall?altro non vogliono rinunciare alla pratica altrettanto distorsiva dei crediti alle esportazioni, né intendono rivedere il ?Farm Bill? con cui l?amministrazione Bush si è impegnata a versare ai propri agricoltori aiuti per 18 miliardi di dollari l?anno. L?UE, dal canto suo, avrebbe mostrato la sua buona volontà riformando lo scorso giugno la Politica Agricola Comune con cui ha svincolato le sovvenzioni dalla produzione e le ha collegate al reddito degli agricoltori, affermando che questi nuovi sussidi non possono essere considerati distorsivi del mercato e non è disposta a fare altre concessioni su questo fronte; in cambio, chiede il riconoscimento del marchio ?D.O.C.? per 41 prodotti alimentari, a tutela dalla contraffazione.

Il 13 agosto, su invito dell?Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), UE ed USA hanno presentato una bozza di accordo come base negoziale a Cancun, ma i Paesi più poveri sostenuti dal Gruppo di CAIRNS ? costituito dai 18 Paesi maggiori produttori ed esportatori di prodotti agricoli ? hanno immediatamente presentato una controproposta, a cui ha fatto seguito una terza bozza di accordo sull?agricoltura con cui Del Castillo, capo del Consiglio Generale dell?OMC, ha tentato una mediazione fra le prime due, ma senza alcun successo.

Sulla trattativa generale questa confusione ha un peso preminente e si traduce in messaggi contraddittori, che vanno dalla ripetuta affermazione che Cancun non deve fallire, alla più volte prospettata nuova Conferenza ministeriale di inizio 2004 che dia il tempo alle parti di trovare un accordo in materia. E? il gioco delle parti, ma questa non è una commedia e a farne le spese sono milioni di persone.