La cappella di Villa Doria Pamphilj è stata riaperta al culto per le messe domenicali della mattina, grazie all?interessamento della Famiglia Doria Pamphilj ed alla disponibilità del Comune di Roma.
La celebrazione inaugurale è stata presieduta sabato 13 maggio dal Vescovo Ausiliare Mons. Benedetto Tuzia e da Padre Karol, parroco della Basilica di San Pancrazio, alla presenza di autorità del Comune di Roma.
Le ultime messe vi furono celebrate fino al 1970 ca. quando furono interrotte a causa del Concilio Vaticano II che proibì la celebrazione di messe private. Nel 1974 la Villa fu venduta al Comune di Roma e durante i primi anni del passaggio dalla proprietà privata a quella pubblica alcuni atti vandalici hanno spogliato la Chiesa di tutti gli arredi liturgici. La Cappella è pertanto caduta in disuso nonostante i molti romani, abituali frequentatori della villa, fossero lieti di poterla frequentare per un momento di preghiera e di raccoglimento.
Ad oggi l?edificio risulta recintato e difeso da un sistema di allarme. Nelle intenzioni della famiglia Doria Pamphilj c?è sempre stato l?intento di offrire questo luogo alla frequentazione dei visitatori, affidandone la custodia e, soprattutto, la cura liturgica e spirituale alla parrocchia di San Pancrazio.
Nel 1896 il Principe Filippo Andrea VI Doria Pamphilj incaricò l?architetto Edoardo Collantini della progettazione di una nuova cappella funeraria ed i lavori termineranno nel 1902, mentre i lavori di decorazione si protrarranno fino al 1914.
La costruzione, d?interesse artistico e dalle caratteristiche neomedievali, si ispira al repertorio romanico-bizantino e la lavorazione dei mosaici, del ferro battuto, della pietra e dei rami pregiati vengono affidati ad artigiani ed artisti chiamati dall?Italia settentrionale: si tratta di un complesso di gusto differente rispetto al Giardino del Teatro in cui è collocato e rimanda all?ambiente culturale del Nord dell?Italia e dell?Europa.
L?ingresso per il mausoleo della Villa Doria Pamphilj è da via Aurelia Antica 183/via di San Pancrazio.