Chiusa la parentesi tecnica e di presentazione di questo sistema operativo innovativo nel pezzo precedente, torniamo a Linux. Torvalds scrisse e continua a gestire la parte più delicata di tutto il sistema operativo, il cuore logico di tutto e come lui chiunque può intervenire, proprio perché Linux è rilasciato sotto licenza Open Source. Dopo di lui, altri sviluppatori hanno creato altri pezzetti, chi l?interfaccia grafica, chi la gestione dei protocolli di trasmissione, chi il riconoscimento delle periferiche e via dicendo. Da cosa nasce cosa e dal divertimento di uno studente finlandese si è giunti oggi ad un sistema operativo aperto, stabile, sicuro, gratuito, anche se, ad onor del vero, non ancora troppo intuitivo e pronto all?uso. Ma i passi fatti in questo senso negli ultimi anni sono veramente da giganti.
Uno dei suoi punti di forza è l?essere sostanzialmente gratuito, usabile anche per finalità commerciali. Può essere liberamente scaricato da Internet e copiato su CD, in modo assolutamente legale; ma se si vuole si può anche rivenderlo per guadagnarci qualcosa. Diverse case di software hanno basato il loro successo proprio su questo, personalizzando il sistema operativo, aggiungendo qualche programma specifico e fornendo il supporto per gli acquirenti. Il tutto in modo assolutamente legale. Ecco quindi che esistono letteralmente centinaia di ?distribuzioni? di Linux, personalizzate dai diversi sviluppatori con diverse utilità o servizi, per cui ognuno può scegliere quella a lui più congeniale.
All?atto pratico i vantaggi di questo tipo di cooperazione internazionale sono moltissimi, in particolare una maggiore economicità, sicurezza, interoperabilità e modifica secondo le proprie esigenze. Il movimento del software libero non è però esente da critiche, quali per esempio l?incoerenza, l?essere poco amichevole nella progettazione delle interfacce, l?inadeguatezza della documentazione disponibile, spesso solo in inglese, l?adeguata assistenza per utenti.
Ma queste innegabili difficoltà non hanno scoraggiato il mondo del software aperto, anzi.
Nuove e più interessanti sfide stanno nascendo e sono periodicamente vinte da questa nuova mentalità, che investe sempre più la nostra società dell?informazione. Si parla infatti di ?Open Content?, ossia contenuti aperti quali testi, immagini, video, musiche, e non solo software, rese liberamente disponibili, affinché chiunque li possa riusare e creare qualcosa di nuovo, a sua volta reso liberamente usufruibile nella Rete (e non solo). Le soluzioni Open Source non sono quindi da vedere come semplice scappatoia per non spendere soldi in programmi informatici (anche se questo è comunque già un buon motivo), ma si tramuta spesso in una decisiva scelta motivazionale e personale a favore della libertà di diffusione del sapere e dello scambio di idee ed informazioni, indipendentemente dalle disponibilità economiche dei singoli.
È questo uno dei cardini della Società dell?Informazione, che decisamente travalica la vecchia logica tradizionale della proprietà intellettuale e della condivisione dell?informazione. Riuscire ad accettare questi nuovi principi, a farli nostri e a cogliere le inevitabili ricadute positive, ancora una volta è l?unica strada per vivere pienamente e felicemente questo nuovo ambito sociale. Non lasciamoci quindi scoraggiare dall?apparente difficoltà (?Non mi va di imparare un nuovo sistema operativo?, ma quando mai si smette di imparare nella vita?), con un po? di aiuto è possibile non solo imparare ad usarlo, ma alla fin fine anche farlo divertendosi. Come Linus Torvalds.