La locomotiva Italia è da troppo tempo ferma in stazione per la crescente difficoltà ad innovare. Si fanno sempre più incessanti gli appelli all?innovazione che sembra essere l’unica ancora di salvezza per il nostro paese. Dobbiamo fare i conti non solo con la minaccia di Cindia (Cina e India) ma anche con altri paesi emergenti (Corea del Sud, Singapore, Taiwan,Brasile) e con i paesi europei che negli ultimi anni hanno investito pesantemente nell?economia della conoscenza (Regno Unito, Svezia, Finlandia,Olanda). Dare nuova linfa al made in Italy è lo slogan per far ripartire la locomotiva. Al di la degli slogan la situazione per l’Italia si presenta difficile. Esiste nel nostro paese un clima di depressione creativa, come evidenziano i risultati di una ricerca condotta dall?Eurisko. La percezione che gli intervistati hanno dell’Italia è quella di un paese che non è più creativo. Non ha idee nuove, non sa sviluppare e insegnare la creatività. Non c’è ricerca e non c’è metodo: è un paese tradizionale, statico, preoccupato, in recessione. Si ignora l’esistenza di percorsi, metodi, strumenti che favoriscano la creatività. Si pensa che la creatività sia sostanzialmente un dono, non un processo né un percorso da affrontare. Secondo gli intervistati gli esempi di creatività all’italiana oggi si colgono solo nel mondo dei media,dello spettacolo, delle mode effimere. I grandi giacimenti culturali del nostro paese che sarebbero compatibili con il nostro DNA non vengono sfruttati in chiave creativa.Il nuovo vero sembra sfuggirci. Non abbiamo la percezione di quello che hanno fatto in questi ultimi anni molti paesi per sviluppare la creatività e l?innovazione. Un tempo i “creativi” erano gli artisti, i musicisti, gli scrittori poi anche gli architetti e i designer;l?innovazione era invece ristretta ad ambiti economici e tecnologici. Grazie alla rivoluzione dell?Information Tecnology che ha ridotto drasticamente il ciclo di vita dei prodotti, il modo di produrli e di distribuirli il legame tra i due ambiti è diventato esplosivo. In molti paesi è stato possibile smontare,grazie all?Information Technology, il senso di superiorità creativa ed estetica che discipline come la letteratura o l’arte avevano nei confronti della scienza dei numeri. E? stato possibile in tal modo avviare una collaborazione tra il mondo dell?arte e quello della scienza che sta dando frutti consistenti nel settore della creatività, dell?innovazione,della ricerca. Oggi per innovare in maniera significativa e per competere per sopravvivere sul mercato globale serve creatività in dosi massicce. Molti paesi sono ormai consapevoli che per mantenere elevati standard di creatività e innovazione è necessario investire non solo sugli skill scientifici ma anche sull?arte e la cultura. Molti oggetti e servizi oggi si vendono non solo per le loro qualità materiali, di fattura e per il brand che portano ma anche per la loro capacità di creare “sensazioni, ?esperienze?. Oggi a un imprenditore non sono più sufficienti i classici talenti come la determinazione, la voglia di rischiare. Per competere sul mercato globale deve avere la capacità di trasformare le idee in qualcosa che sia apprezzato, richiesto, acquistato non solo sul mercato interno ma soprattutto sul mercato internazionale. Il prodotto deve essere ?nuovo? e ?utile?. Se il nostro paese è arrivato ad un punto cosi critico significa che le imprese italiane non sono state più capaci di alimentare le idee, hanno investito poco in ricerca. Le imprese, salvo rare eccezioni, non sono state in grado di instaurare rapporti produttivi con i centri di ricerca universitari di tipo multidisciplinare, quasi mai con quelli a livello internazionale. Le imprese, in genere, sono state più attente al patrimonio finanziario che a quello culturale. Non hanno assorbito la cultura del brevetto (in Italia vengono depositati 750 brevetti l?anno, contro i 2000 della Spagna e i 120mila di Usa e Giappone). Si muovono spesso con tempi lenti, incompatibili con la velocità delle idee. Ricerche condotte a livello internazionale sugli stili di vita emergenti fanno intravedere che esiste la possibilità di formulare, nuove idee intese a realizzare ?nuovi? prodotti con un?estetica attraente e che risultino egualmente ?utili?, in sintonia con il benessere di chi li utilizza e con l?ambiente. Per arrestare il declino del nostro paese oggi agli imprenditori si chiede capacità di scegliere le idee migliori e attivare su queste investimenti adeguati. Tuttavia andrebbe contemporaneamente richiesto allo Stato di ritrovare la capacita di guida e indirizzo. Allo Stato andrebbe richiesto di attivare una adeguata riforma per impedire che l?educazione dei bambini e degli adolescenti sia soggetta agli attuali processi di condizionamento, i cui obiettivi nulla hanno a che fare con la valorizzazione delle potenzialità creative.
Non contribuisce certo a far crescere la costruttività interiore di bambini e di adolescenti (ma anche quella degli adulti) il contesto esasperatamente consumista, e di intrattenimento non stop, in cui sono immersi. Un bambino italiano viene esposto annualmente in media a 40.000 spot, a migliaia di ore di quiz e di reality/ talk show, a cui vanno aggiunte centinaia di ore di playstation. Nei nostri palinsesti televisivi, gli spazi dedicati all?informazione scientifica, al teatro, alle altre forme di espressione artistica, alle culture straniere, a come si stanno attrezzando gli altri paesi per competere nella globalizzazione, sono su valori assolutamente marginali. D?altra parte la scuola, sempre più burocratizzata e per mancanza di skill adeguati tra gli insegnanti, non appare in grado di favorire l?acquisizione di contenuti formativi legati ai profili professionali richiesti da un mondo del lavoro che deve confrontarsi con la globalizzazione. Quel che ne deriva è che l?educazione formale si riduce ad uno sterile trasferimento di contenuti spesso obsoleti cui corrisponde un livello molto modesto di comprensione. Sembra essere stata rimossa la gravità dei risultati di ricerche periodicamente condotte nei paesi OCSE che attribuiscono ai nostri studenti di scuola media, punteggi al di sotto della sufficienza nei test su materie scientifiche e letterarie.
Per arrestare il declino creativo andrebbero realizzate anche nel nostro paese le best practices, in termini di investimenti sulle reti della conoscenza, che hanno trasformato in un tempo relativamente breve il Regno Unito in uno dei maggiori centri mondiali per la creatività, il design, l?innovazione e la ricerca. Attualmente esistono nel Regno Unito 220.000 designer, 25.000 programmatori di software per video giochi.Inoltre esistono una serie di vibranti industrie:televisione, cinema, teatro, moda, musica, pubblicità. A questi settori si sono affiancati negli ultimi anni centri di ricerca, a livello mondiale, nelle biotecnologie e nelle nano tecnologie che hanno a loro volta prodotto cluster di aziende ad alta tecnologia in diverse zone del paese. Ognuno dei comparti sopra elencati, dal design,al teatro, alle biotecnologie, viene alimentato da un sistema educativo che è in grado di produrre gli skill adeguati alla domanda. L?80% dei chip per i cellulari prodotti in estremo oriente è stato disegnato in Gran Bretagna ;cosi come il popolarissimo iPod. L?A380 Airbus ha recentemente spiccato il volo grazie anche alle ali,ai motori, agli interni della cabina disegnati e prodotti nel Regno Unito ;il 70% del design inglese viene attualmente esportato all?estero. Le industrie basate sulla creatività e l?innovazione sono cresciute negli ultimi 8 anni ad un tasso 3 volte superiore alla media dell?economia britannica.
Ma anche l?Asia si sta muovendo velocemente. La Corea del Sud ha creato a Songam city un grande centro di design e creatività per migliorare le performance dei prodotti coreani sul mercato mondiale.
A Taiwan nel 2004 è stato creato un grande centro di design e innovazione finanziato con fondi governativi e che ha lo scopo di aiutare le PMI a competere sul mercato cinese e sul mercato mondiale
Ma forse l?esempio più impressionante è Fusion city a Singapore; questo centro di circa 400.000 mq, dedicato all?innovazione sarà pronto nel 2007 e integrerà industrie del settore ICT e del settore creativo;lo scopo è quello di arrivare ad una quota del 6% del peso delle industrie creative sul GDP entro il 2012.