Ama pensarsi come ?un idealista pragmatico?, una definizione che se ?può apparire una contraddizione di termini?, rispecchia appieno ciò che Walter Veltroni sente di essere: come uomo e come politico.
E? uno dei passaggi della lezione tenutasi il 9 luglio scorso dal sindaco di Roma dinanzi alla platea di cittadini convenuti nel cortile della basilica di San Saba sull?Aventino, per assistere alla lezione che ha concluso il quarto anno di Praxis, la scuola capitolina di politica e territorio diretta da Amedeo Piva. Un appuntamento che ha consentito al relatore, chiamato ad intervenire sul tema ?Ascoltare la città. Politica è futuro solidale?, di distaccarsi per un momento dalla vicenda che lo vede protagonista come candidato alla guida del futuro Partito Democratico, per tornare a parlare della città a cui dice di sentire ?legata? la propria vita, dove affondano “le radici più profonde? della sua ?esistenza quotidiana”.

?In questi anni Roma è cresciuta e continua a crescere ? ha dichiarato senza indugi Veltroni ? Cresce la sua economia, la qualità dei servizi, l?occupazione, il suo prestigio nazionale e internazionale; grazie anche alla cultura, un settore affatto marginale per la vita e il benessere delle persone, troppo spesso e ingiustamente sottovalutato?. Tra i grandi sforzi profusi dalla sua amministrazione, Veltroni tiene a ribadire soprattutto ?l?opera di ricucitura tra il centro e le periferie? della capitale, che mira a colmare un divario strutturale, tipico di una città cresciuta troppo e troppo in fretta, senza un?adeguata pianificazione. Ed è proprio sulle periferie e sui loro problemi che molti presenti hanno rivolto ieri al primo cittadino domande e chiarimenti. Su come l?amministrazione capitolina intenda muoversi per affrontare fenomeni quali prostituzione, flussi migratori, criminalità. Veltroni risponde ammettendo tutta ?la debolezza di uno stato che non dispone di strumenti normativi adeguati per contrastare efficacemente la prostituzione?. Così come indica nelle istituzioni europee il luogo deputato a pianificare politiche di sviluppo che consentano ai cittadini extra comunitari e neocomunitari di trovare lavoro nei paesi di origine. Ed è ancora un Veltroni ultra pragmatico quello che non teme di ammettere che le politiche sull?immigrazione devono ?basarsi su due pilastri: integrazione e sicurezza?: apertura e massimo sforzo per accogliere chi arriva in Italia per vivere e lavorare in maniera onesta; nessun indugio a punire chi arriva con il deliberato scopo di delinquere.


Ma parlare di politica e futuro solidale, spinge il sindaco a riflettere anche sulla ?attesa di felicità? dell?uomo occidentale, costantemente in preda di un senso di insoddisfazione che ?dinanzi alle miserie sopportate con incredibile dignità dai popoli africani?, appare all?uomo Veltroni una colpa storica e antropologica. E? su questi due piani, l?uno pragmatico e programmatico, l?altro ideale, che si muove effettivamente il discorso di Veltroni, del politico che non rifugge le responsabilità del presente – come quando invoca la necessità di ?una democrazia che decida? – e dell?uomo che non rinuncia ad un ideale alto di politica, a cui torna a subordinare la propria partecipazione all?avventura del Partito Democratico. ”O quello che sta accadendo nella vita politica italiana è qualcosa di veramente nuovo, tanto da far appassionare la gente ? ha ribadito – o non è?.

Se sarà così , il Sindaco di Roma ha promesso di esserci: ?In qualsiasi posizione?.