Li andranno letteralmente a cercare per strada per metterli in lista alle regionali.

Questo è il pensiero di chi possiede una certa dose di esperienza e coscienza politica. Il guaio è che non sarà per niente così. Con grandissima probabilità coloro che, specie sul nostro territorio, fossero impossibilitati a ripresentarsi davanti agli elettori per la miriade di fatti scatenati dalle ultime vicende “politiche” successe alla regione vorranno senz’altro lasciare qualche “cane da guardia a sorvegliare il pollaio”. Ecco perché corriamo il rischio più che probabile di veder correre per la Pisana i sindaci, gli assessori comunali, gli ex assessori comunali o qualche consigliere comunale di lungo corso scelti ovviamente tra quelli che più degli altri hanno mostrato fedeltà alle cricche che hanno ridotto la politica all’attuale pietoso stato.

L’Istituzione Regionale è prevista nella Costituzione. Come tale, al pari di tutto quanto c’è scritto nella nostra Carta Fondamentale, è stata conquistata dagli Italiani a caro prezzo durante la lotta di liberazione nazionale. Chi la insozza con bassi giochetti da “cricca di quartiere” danneggia la nostra democrazia forse più di chi ruba. Vi sono infatti reati, in politica, molto più gravi di quelli che per propri limiti strutturali può prevedere il codice penale. Rammentiamoci tutti, perché è nostro comune dovere, che mai l’Italia ha prosperato e progredito come negli anni in cui i meccanismi democratici e repubblicani hanno funzionato al meglio. Nemmeno nelle epoche indicate dalla storia universale come “Rinascimento”. Dal corretto e “onesto” funzionamento della democrazia e solo da esso possono dipendere quindi il lavoro, la casa, lo studio e l’accrescimento del benessere singolo e collettivo in genere. Rafforziamo in noi questa certezza. Diamo spazio al coraggio di questo grande pensiero. Prepariamoci quindi a giudicare, in questa fase di tanto dura e difficile solitudine vissuta da tutti, il comportamento di una classe politica resasi troppo distante coi propri comportamenti dal dovere di realizzare e far progredire la vera democrazia dentro i partiti come nelle istituzioni. Di sicuro c’è che le liste non verranno scelte da chi dopo andrà a votare. La probabilità è quindi pienamente sicura di doversi affidare a programmi “concreti” scelti altrove. Ad interessi, quindi, che chi è signore del voto (i cittadini del territorio) non potrà mai vedere né controllare. È qui che, concretamente, s’inceppa la democrazia. Ed è qui, dunque, che per il concreto bene di ognuno e di tutti dobbiamo sforzarci di intervenire e chiedere, ora e da subito, la scelta trasparente e corrispondente ai veri principi di democrazia di coloro che andranno a “rinnovare la Regione”; perché di questo si tratta e vecchi o giovani che debbano essere, quindi, coloro che vogliano candidarsi debbono mostrare prima di saper affrontare con capacità e onestà i doveri imposti dal ruolo che dovrebbero ricoprire.

Oltre, naturalmente, ad essere giudicati preventivamente per il proprio operato precedente quando si tratti di coloro che, molto plausibilmente, abbiano intristito la politica e l’amministrazione dei nostri Comuni.