Il potere di chi la racconta
Tutti sappiamo che non esiste un modo neutro di raccontare le cose, chi racconta decide come farlo: cosa dire e cosa omettere, il linguaggio e il tono, i tempi e le sottolineature, i dettagli e il contesto. E’ così da sempre e -almeno in una certa misura- è inevitabile, tuttavia ho l’impressione che negli ultimi mesi nella televisione pubblica sia in corso una forte accentuazione della -chiamiamola così- “prospettiva redazionale”, senza più preoccuparsi che possa apparire troppo parziale, facendone anzi un tratto identitario, come se la ricerca di un corretto equilibrio tra diverse possibili narrazioni non fosse parte dell’etica di quanti fanno professionalmente informazione, ma fosse affidata alla replica di un eventuale controcanto...
ASCOLTA L'ARTICOLO QUI Da circa un anno è cambiata la sigla che introduce i notiziari di RaiNews24 e trovo questa nuova sigla decisamente innovativa. Infatti mentre quasi tutte le sigle dei TG -a partire da quella storica del telegiornale in bianco e nero sull’unico canale- proponevano mappamondi, carte geografiche, foto/video in rapida sequenza di [...]