No. Il titolo non si riferisce a due aggettivi per descrivere la difficile situazione del nostro paese, nonostante i quotidiani proclami del premier… cercavo solo il modo di rispondere ai numerosi amici che mi chiedono come sto dopo l’incidente che ho avuto in motorino qualche giorno fa (proprio il giorno del mio compleanno!).
Malgrado il mio nuovo status di “avvitato, ingessato (e sedato)”, sono felice di riprendere l’invio della newsletter che inizia così il suo nono anno di pubblicazioni.
Vorrei condividere con voi due perplessità che mi hanno suscitato altrettanti articoli apparsi sulla stampa la scorsa settimana.
Il primo è il fondo di Ernesto Galli della Loggia “La debolezza delle regole”, sul Corriere di domenica, che arriva a definire “sogno” uno degli scenari in cui abbiamo creduto (credo non solo io!) negli ultimi anni: la multiculturalità. Non ho mai pensato che fosse facile costruire una società in cui culture e religioni diverse convivano civilmente rispettandosi reciprocamente, ma che fosse possibile sì! E invece Galli della Loggia sviluppa –non senza fondamenti- un ragionamento che mina alle basi questo mio “sogno”, sostiene che forse le “regole” da sole –senza i valori identitari che le generano- non bastano a far convivere persone con identità diverse e afferma che bisogna chiedersi “se per avventura non ci sia qualcosa nel progetto multiculturale che non funziona? Non è per nulla detto, infatti, che le culture siano nate per intendersi. Forse, anzi, è tragicamente vero il contrario; così come sicuramente è vero che a cambiare le cose non bastano né i sogni né tanto meno i buoni sentimenti.” Non so se ha ragione lui o ha ragione il nostro “sogno”, ma la domanda è meglio farsela che nasconderla sotto il tappeto.
Il secondo articolo che ha agitato la mia domenica nasce dall’articolo di Michael Sfaradi secondo il quale “gli ultimi 819 ebrei norvegesi stanno per lasciare il Paese (…) e così la Norvegia sarà così la prima nazione europea dove gli ebrei, di fatto, non potranno più vivere, al loro posto ci saranno le sempre più numerose e agguerrite comunità islamiche che secondo l’andamento delle nascite nel giro di pochi anni saranno la maggioranza della popolazione. Non è difficile capire che le regole democratiche, alla fine, consegneranno la nazione intera in mano a persone che non hanno radici nella penisola scandinava e che seguendo le loro tradizioni politiche e sociali la stravolgeranno completamente.” A parte l’esagerata fantasia che arriva ad immaginare una Norvegia con “l’introduzione democratica della Sharia come legge dello Stato”, a preoccuparmi sono i rigurgiti di nazismo e di antisemitismo che in Europa si confermano come una tragica realtà alla quale la drammatica situazione in medio oriente offre pretesti per attacchi violenti e manifestazioni di odio.
Quando parliamo di Europa, quella che si riunisce nei palazzi di Bruxelles, siamo consapevoli che al suo interno convivono coloro che fantasticano ancora sulla razza pura e coloro che la immaginano come propaggine di un grande califfato? Sono davvero minoranze trascurabili?
E il mio sogno di una grande società multiculturale lo devo proprio portare in soffitta o c’è ancora modo di lavorare perché possa divenire realtà?
Probabilmente i sedativi che prendo contribuiscono ai miei dubbi… ma se qualcuno vuole aiutarmi a riflettere non sarebbe male.