Sono ore drammatiche ed incerte per il nostro Paese. Ci saranno nuove elezioni? Un nuovo governo? Un governo istituzionale? Una nuova legge elettorale? E quale di queste soluzione sarà la più giusta e la più adeguata per affrontare e superare questo difficile momento? Io non so dare una risposta, ma temo che tali misure saranno comunque criticate, in quanto inefficaci nell?immediato.
Bisogna avere pazienza! La sensazione è che il destino della nazione sarà, ancora una volta, affidato ai soliti noti, se pur dietro nuovi proclami, intenti e vestigia; agli stessi che, pur avendo causato il distacco fra le istituzioni e la popolazione, oggi, energicamente e fermamente, ribadiscono la necessità e l?esigenza di riavvicinare la politica ai cittadini; agli stessi che, in un momento così delicato, hanno tenuto in Parlamento quel triste, irresponsabile, inqualificabile ed agghiacciante comportamento; agli stessi che continuano a difendere i propri privilegi. Ma è questa la dura e grave realtà? La tremenda e sconfortante verità? Bisogna accordare nuova fiducia alle istituzioni, confidando che la situazione non divenga questa: ?Viva Arlecchini e burattini grossi e piccini; Viva le maschere di ogni Paese, le Giunte, i Club, i Principi e le Chiese. Da tutti questi, con mezzi onesti, barcamenandomi tra il vecchio e il nuovo, buscai da vivere, da farmi il covo?. Io, nelle scosse delle sommosse, tenni, per ancora d?ogni burrasca, da dieci a dodici coccarde in tasca. Se cadde il Prete, io feci l?ateo, rubando lampade, cristi e piante, case e poderi di monasteri? Se poi la coda tornò di moda, ligio al Pontefice e al mio Sovrano, alzai patiboli da buon cristiano. La roba presa non fece ostacolo; Chè col difendere Corona e Chiesa non resi mai quel che rubai. Viva Arlecchini e burattini e birichini; briganti e maschere d?ogni paese, chi processò, chi prese e chi non rese?.. Viva Arlecchini e burattini e Ghibellini, e Guelfi e maschere d?ogni paese; Evviva chi salì, viva chi scese. Quando tornò lo statu quo feci baldorie; staccai cavalli, mutai le statue sui piedistalli. E adagio adagio tra l?onde e i vortici, su queste tavole del gran naufragio, gridando evviva chiappai la riva?.. Quante cadute si son vedute! Chi perse il credito, chi perse il fiato, chi la collottola, e chi lo Stato. Ma capofitti cascaron gli asini; noi valentuomini siam sempre ritti, mangiando i frutti del mal di tutti?? ( G. Giusti, Il brindisi di Girella ).
Purtroppo sono un po? sfiduciato; temo per un futuro ancora più difficile.
Perdonatemi i dubbi, ma credo di aver anche interpretato e descritto le ansie, le incertezze, le paure e il disagio di una gran parte della popolazione ( ?colpa non perdonata dal genere umano, il quale non odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo nomina. In modo che più volte, mentre chi fa male ottiene ricchezze, onori e potenza, chi lo nomina è strascinato in sui patiboli; essendo gli uomini prontissimi a sofferire o dagli altri o dal cielo qualunque cosa, purché in parole ne siano salvi? ; G. Leopardi, Zibaldone ).
In cuor mio, comunque, mi auguro di esser smentito; ciò significherebbe una nuova rinascita per il nostro Paese!
Speriamo bene, cara Italia!