Sempre più si fanno analisi, strategie e programmi politici basandosi su indagini di opinione. E i cosiddetti leaders le cavalcano: quasi che governare un Paese fosse come vendere un dentifricio. Non importa se per far questo si accentuano ansie, paure, egoismi, oppure si esaltano istinti con belle ragazze, sogni di ricchezza…

“Il buon pastore – sta scritto nel Vangelo – precede le pecorelle”.
Ma per guidarle dove? Verso quale progetto di società? Un tempo socialismo e capitalismo si contrapponevano chiaramente e davano uno schema di lettura. Ora, caduto il muro, anche il capitalismo sta mostrando i piedi di argilla. Un modello di nuova società non si è elaborato.

Resta la dottrina sociale della Chiesa.
Condivisibile o meno, è l’unico schema di lettura della società futura.

In questo vuoto ideologico che tutto risucchia in un unico immenso buco nero, il ruolo dei cristiani è maggiormente impegnativo. Ma i tempi della Chiesa sono quelli della costruzione del “Regno di Dio”. Quando ero ragazzo, il prete illuminato ci parlava dei tempi del Regno: che è “già” e “non ancora”. Sono tempi lunghi, percorsi difficili. Non a caso spesso la simbologia cristiana si sofferma sulla metafora del “pellegrino” per indicare tutti gli uomini di buona volontà che “hospites in hoc mundo” anelano alla Città di Dio, momento conclusivo di un viaggio esistenziale “ad terram paradisii finaliter pervenire”. Sì, ma quando?

I tempi della politica sono diversi. La politica è decisione sull’oggi, presa di posizione hic et nunc su fatti concreti. Ecco allora il difficile compito dei cristiani laici impegnati in politica: la traduzione concreta del messaggio, i vari livelli di mediazione con “il mondo”.

C’è dunque la necessità di perfezionare e di chiarire un metodo, un approccio, un’identità. Al momento abbiamo due estremi: da una parte c’è chi crede che l’unica via percorribile sia quella della testimonianza militante senza scostamenti, quasi un “portavoce della gerarchia” (Binetti); dall’altra c’è chi vorrebbe “convertire la gerarchia” (Bindi).

Come conciliare fedeltà e mediazione? Questa è la sfida che noi vorremmo raccogliere. Ma è ancora una strada tutta da costruire su cui è giunto il momento di riflettere seriamente.

SEGNALIAMO
Sul nostro sito www.amiciperlacitta.it

Senza sogni non si va da nessuna parte, di Lorenzo Foti.
(Commento a “Pensierini edificanti e ipnosi di massa”, di Gianni del Bufalo):
“Il popolo della sinistra non sa emozionare. Siamo convinti di avere le idee giuste? Siamo convinti di saper costruire un mondo migliore? Benissimo! Allora perché non raccontare questo mondo? Perché non far venire un brivido di emozione nella schiena di chi ci ascolta quando gli raccontiamo che mondo fantastico potremmo costruire insieme?”


Emozione e ragionevolezza: troviamo l’equilibrio
, di Gianni Del Bufalo.
(Risposta di Gianni a Lorenzo):
“Per emozionare davvero non basta vestire a festa le idee di ieri, per “raccontare il mondo fantastico che potremmo costruire insieme” bisogna prima avere un’idea di come è fatto: il dépliant del paradiso è più convincente se è accompagnato dalla mappa per arrivarci”.

Un corso
Il Centro Astalli promuove tre incontri di approfondimento dedicati al Corno d’Africa, per cercare di comprendere meglio le ragioni e le conseguenze di una complessa crisi politico-sociale, aggravata da una fitta rete di interessi economici non sempre trasparenti, legati allo sfruttamento delle risorse e allo smaltimento dei rifiuti tossici, che riguardano da vicino anche l’Italia.
I incontro: La lunga tragedia dell’Africa Orientale: mercoledì 14 aprile, ore 18:00, Libreria dei Gesuiti, via degli Astalli 17. Relatore: Mario Raffaelli, ex inviato speciale del Governo italiano in Somalia .
Info e prenotazioni: www.centroastalli.it

Buona settimana.
Amedeo Piva