?Più liste per Veltroni, l?ennesima anomalia?. Bizantinismi, li definisce Angelo Panebianco, nel suo fondo apparso sul Corriere della Sera del 9 luglio. E ancora: stravaganze. Ma è davvero così? O non sono piuttosto una normalità, in un Paese che continua a replicare se stesso e i suoi più vieti riti? E quindi, un partito che nasce per aggregare, diventa l?occasione per dar vita a mille liste: ?le liste per Veltroni?. Ossia, si propone come un aggregato elettorale mediante il quale sia possibile certificare il peso di ogni sua molecola, di ogni suo atomo. Così da poterlo far pesare, a tempo debito.
Ora, questo esasperato particolarismo, che per certi versi rappresenta una ricchezza, perché sinonimo di pluralità e di tensioni dialettiche che trovano riscontri e memorie politico-culturali fin nel nostro medioevo, in una congiuntura come l?attuale rischia di vanificare il percorso e la funzione che il Partito Democratico intende svolgere.
Panebianco riconosce tuttavia che c?è un secondo orientamento, ostile alla frammentazione del sistema partitico, che ?non si augura false partenze, né bizantinismi, né stravaganze, né coreografie da socialismo reale?. Un orientamento caldeggiato da ?persone serie?, che auspica ?primarie autentiche, uno scontro vero per la leadership ? e un generale rimescolamento delle carte? che generi ?quella autentica fusione in grado di dare vitalità all?impresa?.
La domanda che dobbiamo porci, e non è un quesito retorico, è come sia possibile far prevalere questo secondo orientamento. Nell?immediato e a respiro lungo.
Ma forse dovremmo formulare meglio la domanda: com?è possibile far convivere la pluralità-ricchezza insita in un vasto schieramento politico, ideologico e culturale con una sintesi che concili le singole individualità e, preservandone la dignità, le metta al servizio di un fine superiore.
Credo ci sia un?unica strada: generando un forte ?senso di appartenenza?.
Certo, non è facile né semplice generare senso di appartenenza in qualcosa che ancora non esiste e i cui contorni sono a tutt?oggi molto sfumati e non ben definiti.
Eppure, per raggiungere un tale obiettivo, cederei a qualunque tattica o compromesso. Se la strategia è definire forti e imprescindibili valori comuni, insieme a solide, coraggiose e condivise idealità, insomma una ?vera casa comune? nella quale riconoscersi, sia nel frattempo benvenuto ogni efficace metodo per avvicinare e fidelizzare i simpatizzanti e i sostenitori di questa casa in costruzione.
Anche, e soprattutto, porgendo loro cazzuola e cemento.