I nuovi sbarchi a Lampedusa stanno dividendo osservatori e politici. Chi sono? Clandestini? Richiedenti asilo? Giovani in fuga da Paesi dove regna ancora l’oppressione, alla ricerca di una loro personale emancipazione?
Le settimane scorse abbiamo assistito, ammirati e in ansia, a una imprevista e grande sommossa nei paesi islamici del Mediterraneo. Nata nel popolo e promossa dai giovani che urlavano tutta lo loro voglia di libertà e progresso. Di fronte a loro un modello: la democrazia e il benessere della vicina Italia e dei paesi europei.
Non sappiamo ancora come andrà a finire.
Non è facile capire se i giovani che arrivano a Lampedusa siano gli stessi che hanno animato quelle piazze. O se siano piuttosto parte di quell’inarrestabile flusso migratorio dall’Africa verso l’Europa, che aveva conosciuto un momentaneo rallentamento in virtù degli accordi diplomatico – commerciali con la Libia e la Tunisia, oggi saltati dopo le recenti vicende.
Nell’uno come nell’altro caso, non credo siano però questi i clandestini che mettono a rischio la sicurezza dell’Italia. Anche se tra loro si annidassero potenziali delinquenti o terroristi, come non è impossibile che accada in ogni comunità così eterogenea e disperata.
Eppure “Solidarietà con Lampedusa – Cacciamo i clandestini” è lo slogan con cui è stata tappezzata Roma. Uno slogan denso di quella cattiveria che sa esprimere con tanta forza il vice ministro Castelli. Con le parole, le espressioni del volto e, forse, anche con il consenso del cuore.
Tra questi giovani, alcuni hanno diritto al riconoscimento di “rifugiato politico”. Non dobbiamo avere incertezze: stringiamoci (magari anche con gli altri paesi europei) e facciamogli posto. È un loro diritto umano, previsto e normato dalle leggi sottoscritte dall’Italia.
E per tutti gli altri? Per quanti sono venuti in Italia sperando di trovare un dignitoso lavoro?
Il nostro Paese oggi ha il 40 per cento di disoccupazione giovanile: non tradiamoli con un solidarismo irresponsabile. Mettiamo in moto snelli programmi di cooperazione che sostengano il loro rientro, offrendo loro una prospettiva a casa. È possibile! Tante associazioni di cooperazione internazionale hanno sviluppato in questo campo una grande esperienza.
Aiutiamoli a capire la situazione italiana e sosteniamoli nei loro paesi. Tanti di loro comprenderanno. Ma non “cacciamoli” con la cattiveria di Castelli. È anche pericoloso.
Sono giovani con sogni, speranze, una grande energia. Non rinunceranno alla strada intrapresa di crescita. E se si sentiranno traditi dalla democrazia cercheranno subito altri riferimenti, altri leader che potrebbero incanalare, questa volta malamente, la loro sana e legittima voglia di emanciparsi e di cambiare il mondo in cui vivono.
Allora sì, dovremo avere paura.
I NOSTRI INCONTRI…
PRAXIS, venerdì 1o aprile, ore 19.00, “Immagina la pace”. Iran e Italia: i giovani insieme per costruire il dialogo. Incontro con Gianni Del Bufalo alla Fondazione Il Faro, via Virginia Agnelli 21, Roma.
Una mostra di opere di giovani artisti dal Museo di Arte Contemporanea di Teheran, un’occasione per parlare di pace con i colori della fantasia e la forza del dialogo.
Con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
Intervengono: Ahmad Jafari, Consigliere dell’Ambasciata dell’Iran, Mario Miniaci, Direttore Generale Fondazione BNC, Nicola Zingaretti, Presidente della Provincia di Roma.
Seguirà un buffet con pizza calda preparata dai giovani allievi del Faro.
R S V P: praxis@scuolapraxis.it
SEGNALIAMO…
L’incontro del Centro Astalli, “C’era una volta l’asilo”. Da Ginevra al mondo: 60 anni di diritto d’asilo. Mercoledì 30 marzo, ore 18.00. A Roma, in via degli Astalli, 17.
“Forse la più grande tragedia di tutte le tragedie umane del nostro tempo”: così Giovanni Paolo II, nel 1981, definiva il dramma dei rifugiati. La protezione dei migranti forzati in un mondo che si trasforma rapidamente pone sfide sempre nuove. La Convenzione di Ginevra è uno strumento ancora efficace?
Intervengono: Giovanni Maria Flick, Presidente Emerito Corte Costituzionale, Vincenzo Buonomo, Docente di Diritto Internazionale. Modera Aldo Maria Valli, giornalista Rai.
Ai partecipanti verrà rilasciato attestato di frequenza.
Scarica la brochure del corso: http://www.centroastalli.it/fileadmin/files/ASTALLI_formazione_2011.pdf
Info e prenotazioni (fino a esaurimento posti): Fondazione Astalli – 0669925099 – astalli@jrs.net
“Intrigo internazionale”, giovedì 31 marzo, ore 18.00, presso il Circolo PD Pisana Bravetta, via dei Trinci, 3 – Roma. Un incontro per analizzare i temi proposti dal libro omonimo di Giovanni Fasanella e Rosario Priore, edito da Chiarelettere. “Perché la guerra in Italia. Le verità che non si sono mai potute dire”.
Sarà presente l’autore del libro, Giovanni Fasanella.
Buona settimana.
Amedeo Piva