Per una volta non chiamatela esterofilia. Guardare alla Cina in pieno fermento da crescita economica e alla vigilia dell?anniversario della nascita della Repubblica Popolare (era il1 ottobre 1949) è un esercizio stimolante per capire meglio (e prima) dove sta andando il mondo industrializzato. Il paese della grande muraglia cresce a ritmi elevatissimi e offre al mondo con storie e cifre da capogiro la possibilità di immaginare i ?futuri? di una società mondiale ancora più globalizzata.
A luglio la Cina ha superato il miliardo e 300 milioni di abitanti e solo negli ultimi nove mesi del 2004 i nuovi nati sono stati 12 milioni. Se appena poche decine di milioni sono invece i ?veri ricchi? in grado di acquistare una Ferrari gialla (è la preferita laggiù), altri 900 milioni rimangono poveri contadini alle prese con l?emigrazione verso le città e un?arretratezza che poco ha da spartire con l?immagine moderna di sé che la Cina capitalista cerca di dare ai suoi investitori esteri.
Tentare un giudizio sull?insieme di cambiamenti che coinvolgono oggi la Cina può risultare un banale esercizio moralista. Più utile e insieme difficile è tentare una ricognizione dei principali palcoscenici su cui si stanno consumando partite che determineranno il domani di questo paese e ?ricostruiranno? la comunità mondiale attorno alla sempre maggiore presenza dei cinesi.
Questione politica
Jiang Zemin, il Presidente che ordinò il massacro di Piazza Tien An Men e aprì la Cina al Capitalismo ha appena lasciato il posto alla così detta ?quarta generazione?. Hu Jintao e Wen Jibao, Presidente e Primo Ministro del ?nuovo corso?, sono chiamati a interpretare le tentazioni e i valori del libero mercato in un paese ancora strettamente legato al Partito Comunista e alle antiche tradizioni popolari. Attorno a loro molti dirigenti locali (spesso presidenti delle Regioni) spingono verso politiche di redistribuzione del reddito, oggi concentrato in poche grandi città ultramoderne. Restano aperte le tensioni con Taiwan, Hong Kong e il Tibet.
Crescita economica
Il primo semestre del 2004 ha segnato una crescita del 9.7 per cento del Pil. La Cina continua a espandersi molto velocemente (anche se meno di un paio di anni fa), ma sfrutta ancora in larga misura i vantaggi derivanti dall?ingresso di nuovi investimenti esteri. I consumi aumentano, ma non abbastanza. E mentre le importazioni, soprattutto di combustibili e materie prime per produrre energia, crescono più delle esportazioni l?inflazione bussa alle porte sempre più ?prepotente?.
Problema energetico
Già dal 1993 la Cina deve importare petrolio; solo nei primi tre mesi del 2004 ha dovuto acquistare il 35.7 per cento di greggio in più rispetto allo stesso periodo del 2003. Cosa comporterà il rapido ingresso della Cina tra i grandi clienti delle riserve petrolifere mediorientali?
Le grandi dighe riusciranno a soddisfare il bisogno di energia elettrica per le popolazioni locali che vanno incontro a nuovi livelli di benessere? E a quali costi (ambientali, sociali, umani)? L?unica certezza finora è l?investimento in 27 nuove centrali nucleari da realizzare nei prossimi quindici anni.
Sviluppo e diritti umani
I contadini cinesi hanno un reddito medio pari a un terzo di quello della popolazione urbana e industriale. Gli stessi operai lavorano spesso in condizioni difficili e al limite della sicurezza. A questo si leghi il problema della tutela dei diritti umani e religiosi sistematicamente violati e spesso tenuti in sordina. I religiosi della Chiesa di Roma sono tra le sfortunate vittime di rapimenti, torture ed esecuzioni, ancora in vigore nonostante la Cina sia stata accolta a braccia aperte nelle maggiori organizzazioni internazionali e inserita ormai tra le grandi potenze del ?libero? mercato.
Mentre Rubens Barrichello taglia vittorioso a Shangai il traguardo del primo Gran premio di F1 e Pechino si prepara alle olimpiadi del 2008, sembra dunque giusto chiedersi quale ruolo assumerà in questi anni la Cina in un quadro geopolitico incerto e bisognoso di nuove spinte propulsive dell?economia come quello attuale. Non serve un altro agguerrito concorrente nella gara all?accaparramento delle quote di mercato. Ma un partner capace di costruire finalmente una governance globale per il Pianeta. (1/ segue)