Roma, la città eterna che da sempre non cancella nulla ma trattiene in sé tutta la sua storia, oggi non sembra essere una città a misura d?uomo.
Invivibile per il traffico, la sporcizia, gli autobus stracolmi, i parcheggi insufficienti con la piaga delle macchine in doppia fila; invivibile per la maleducazione e lo stress che caratterizza i suoi abitanti; invivibile per i mille cantieri aperti in ogni angolo?E noi romani ci consoliamo dicendo che tra qualche anno staremo tutti meglio. Ma oggi? Oggi è veramente difficile vivere in questa città, tra le più belle del mondo. Roma è una città a cui dovremmo ridare la dignità di un tempo, per cui dovremmo lottare per sentirla di nuovo nostra. Una città che dovremmo rispettare di più, per cui dovremmo impegnarci maggiormente per renderla più pulita, meno grigia.
Una città che dovremmo ricominciare ad amare come si ama una donna.
A guardarla con occhi sognanti come ce la raccontano le vecchie canzoni romane.
Dovremmo di nuovo attraversarla a piedi la notte, guardare i suoi colori, le meraviglie storiche regalateci dal passato. Fermarci dalle frenesie di ogni giorno e riprendere un contatto ormai perduto.
I giornali sono pieni di articoli su temi importanti come la violenza o i fenomeni di bullismo che sembrano però decontestualizzati dal resto della realtà, dal luogo in cui si sviluppano e dal tempo che viviamo; dobbiamo convincerci però che sono frutto di un malessere che ognuno di noi prova ogni giorno.
E questi fenomeni riescono a fare clamore, anche perchè sembrano ingranditi da una lente?ma dovremmo concentrare la nostra attenzione sugli accadimenti più piccoli, che si trasformano in gocce in grado di riempire il vaso del malessere diffuso. E le conseguenze sono sì meno visibili, ma pur sempre gravi.
E anche il progressivo allontanamento dal centro della città a favore di una situazione abitativa nelle zone oltre il Grande Raccordo Anulare, apparentemente più rilassata, lontana dal rumore e dallo smog, appare più come una fuga che come una scelta di vita. Dobbiamo invece impegnarci in prima persona, sostenendo soluzioni praticabili, senza abbandonare la città a se stessa e ai turisti, ma ricordandoci sempre che Roma è prima di tutto nostra.
Tutto quello a cui oggi rinunciamo, tutta la bellezza per cui non lottiamo è ciò che domani rimpiangeremo.