La tregua nel Congresso Cgil è durata meno di 24 ore.
Il Direttivo
del 2 febbraio si conclude con un documento votato all’unanimità;
il giorni dopo i capi della mozione alternativa a quella di
Epifani fanno una conferenza stampa per dire che non è vero. Il
voto era unanime sulle regole, ma non riguardava la loro interpretazione. Non pochi avevano intuito che qualcosa non andava.
Nella conferenza stampa i nostri hanno sottolineato un fenomeno
che merita, per la verità, la giusta attenzione. Quello secondo il
quale risulta dai verbali che nelle assemblee di base dove si
presentano i due relatori, uno per mozione, la partecipazione
degli iscritti sarebbe scarsa ed invece sarebbe molto più consistente
in quelle assemblee dove solo una mozione è rappresentata. Se ne
ricava il sospetto di qualche trucco.
Propongo un’altra interpretazione. E’ quella secondo la quale una
parte degli iscritti non ha nessuna voglia di partecipare a un dibattito
non sempre chiaro, talvolta incattivito, nel quale le alternative ed il
contendere non sono sempre ben comprensibili.
Del resto quando in qualsiasi ambiente c’è gente in lite quanti sono
quelli si dedicano a mettere pace o semplicemente dividere i contendenti?
I più stanno alla larga. Mi sembra che gli iscritti alla Cgil si com-
portino alla medesima maniera.
Non sarà una spiegazione esauriente, ma è perlomeno da prendere in
considerazione.