Per molti (troppi) anni sono stato convinto che i “perché” fossero più importanti dei “cosa” e dei “come”.

I valori -pensavo- sono la cosa più importante: sono  i valori a spingerti ad impegnarti, a dare senso a quello che fai.

Il cosa e il come -pensavo- vengono dopo e poi se il cosa non funziona e il come è sopra le righe…  ci sono sempre i valori a giustificare tutto, perché (si sa) i valori non si discutono (nei valori si crede), i valori sono perfetti (per definizione), i valori assolvono (in perfetta buona fede), i valori aggregano (noi che crediamo in…, noi che siamo stufi di…, noi che sogniamo un mondo in cui…), i valori non sono difficili da condividere (non costa niente, basta “ritrovarcisi”…).

Ora la penso diversamente.

Penso che il cosa e il come vengano prima. 

Penso che la denuncia di quello che non funziona e l’analisi dei problemi fine a se stessa siano esercizi tanto gratificanti quanto inutili se non si ha la capacità di proporre soluzioni concrete (non gesti simbolici!) fatte di azioni sostenibili e articolate la cui efficacia sia almeno credibile. Affermare che riducendo l’evasione fiscale si renderebbero disponibili risorse preziose e poi non saper indicare come fare per ridurla è ridicolo come affermare che se non ci fossero le malattie vivremmo tutti meglio.

Il come non è l’ultimo dei dettagli: è la prima delle questioni.

Se non so dire come, è meglio che sto zitto: i predicatori ci avanzano.

Se pretendo che il mio come sia il migliore solo perché è il mio, senza passare dal dialogo e dal consenso, sto evitando di confrontarmi con la realtà e quindi non sono credibile.

Se il mio come passa per la ghigliottina e la negazione degli altri ho il sospetto che non sia figlio di un’analisi ragionata, ma di una rabbia covata. E non servirà a molto.

Penso che il cosa e il come vengano prima perché sono la garanzia della concretezza del mio pensiero.

I perché mi interessano ancora, ma sono perché “finali”,  non “causali”, li considero valori di arrivo, un lusso che mi posso guadagnare solo attraverso ragionevoli “cosa” e credibili “come”.