1 ?..Berlusconi avesse urgenza di fare una TAC presso una struttura pubblica e chiamando il CUP regionale si sentisse dire : ?Tra 6 mesi?. Allora con piglio manageriale eccolo chiamare subito il ministro Fazio e insieme scrivere all?impronta, data l?urgenza, due righe di Decreto Legge, per sancire un principio inderogabile per la pubblica salute: ?Il cittadino che telefona al CUP per avere una TAC o altre prestazioni specialistiche presso pubbliche strutture le deve ottenere entro una settimana.? Il Decreto (in cui il richiamo ad ?altre prestazioni specialistiche? sarebbe necessario per evitare che si pensasse che lo abbia fatto a posta per lui) sarebbe denominato ?TAC breve? . E fin da ora ipotizziamo una sua rapida trasformazione in legge, scaduti i termini previsti. Nel frattempo tutti da Bruno Vespa ? Premier, ministro, medici – ad elencare le lunghe e intollerabili cifre dei tempi di attesa, che hanno determinato tale iniziativa di legge, col ministro Brunetta pronto a bacchettare i medici per la scarsa produttività.


2??Berlusconi avesse urgenza di trovare lavoro per suo figlio.
Dopo aver presentato innumerevoli volte curricula a destra e a sinistra senza ottenere risposte o, come è successo ad un mio amico per la figlia (laureata), sentirsi dire che lo stipendio sarebbero stati solo i buoni pasto, già lo vediamo chiamare frenetico il ministro Sacconi ordinandogli, preoccupato come padre dell?avvenire del figlio, di stendere rapidamente un sintetico Decreto Legge per dire ?Considerato che la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro ? articolo tal dei tali della Costituzione – tutte le persone senza lavoro lo potranno ottenere entro un trimestre dalla presentazione dei curricula o al massimo entro 1 anno, altrimenti lo Stato interverrà con adeguate politiche di welfare a compensazione?. Quel ?tutte le persone?, gli consiglierà Ghedini, sarà necessario per sviare i soliti sospetti della sinistra. Il Decreto sarà definito ?Lavoro a breve? e via i giornali di famiglia a scatenare cifre sui disoccupati in Italia con interviste lacrimosissime a ragazzi disoccupati costretti a rubare il pane per i genitori malati. Con grandi titoli in prima pagina: ?Ancora una volta il premier interpreta i bisogni della gente?.

3?.Berlusconi avesse urgenza di mandare i figli a scuola – in una scuola pubblica s?intende – e si accorgesse che i soffitti cadono, i fili della luce sono scoperti, e sentisse gli insegnanti chiedere disperati ai genitori degli alunni: carta, penne, sapone e la possibilità di fare fotocopie. Allora potrebbe pensare che quello del crocifisso appeso è un falso problema, che i problemi sono altri nella scuola e così convocherebbe subito la Gelmini a Palazzo Chigi e insieme in mezz?oretta potrebbero tirar su un altro Decreto Legge che potrebbe dire più o meno questo ?Considerata l?importanza strategica della formazione, si stanziano tot miliardi di euro per riammodernare e rendere le scuole compatibili con le norme di sicurezza e dotarle di ogni necessità logistica e informatica per un buon andamento dell?insegnamento? Il Decreto , che sarebbe chiamato ?Scuola ristrutturata a breve? potrebbe per altro dare un po? di fiato all?indotto e sarebbe caldeggiato anche dal ministro delle Attività Produttive. Con le dichiarazioni esultanti a Ballarò della fedele imprenditrice Todini: ?Finalmente il governo pensa all?edilizia!?

4?.Berlusconi avesse urgenza di prendere i mezzi pubblici e rimanesse spazientito a Piazza Venezia, (come è successo a me, e leggere sulla palina luminosa che il primo 628 in arrivo è fermo al capolinea, cioè ad un altro fuso orario da lì) chiamerebbe subito il sindaco Alemanno e il ministro delle Infrastrutture per studiare un decreto, o qualcosa di simile, per obbligare i mezzi pubblici a passare massimo ogni 10 minuti con avviso dei tempi di percorrenza in tutte le fermate. Il decreto denominato ?Autobus a breve? dovrebbe poi essere recepito e calato nella realtà romana con un?ordinanza dal sindaco.

E infine pensate che bella Italia sarebbe se?

5?..Berlusconi fosse innamorato follemente di un ragazza etiope, richiedente asilo e irregolare, che gli racconta di essere stata violentata e torturata in terra natia da tribù etniche nemiche, di essere stata costretta a fuggire nel deserto senz?acqua e cibo e di essersi imbarcata in Libia su un gommone. Lo immaginiamo allora, commosso, chiamare subito il Ministro dell?Interno Maroni e obbligarlo senza mezzi termini, dopo aver sentito Bossi s?intende, a fare un decreto legge sulla regolarizzazione immediata dei richiedenti asilo, dotando comuni e associazioni di fondi per favorirne l?integrazione. Il decreto, denominato ?Integrazione breve? , sarebbe accompagnato nel suo iter da tutta una serie di filmati in cui si vede il Premier piangere in Puglia alla notizia dei naufraghi morti, speronati dalle nostre motovedette, e a seguire fiumi di interviste sulla Padania, Libero e il Giornale ad organismi umanitari, rifugiati, volontari, tutti protesi a snocciolare numeri, storie umane di torture, di fughe, di morti e di naufragi. La commozione popolare non potrebbe che insinuarsi anche nei legnosi cuori leghisti e favorire poi la conversione in legge, tra lacrime e pubblici mea culpa, del decreto.

E via dicendo?

Se solo gli interessi di Berlusconi fossero quelli della (povera) gente comune: sanità, scuola, lavoro, mobilità, integrazione?!!!
Ma Berlusconi non ha, per fortuna sua e purtroppo per noi, questi problemi. Ne ha uno solo, totalizzante, maniacale, devastante (per le istituzioni), ormai universalmente noto, che è inutile ripetere, e che purtroppo non coincide col pubblico interesse, nonostante le più acrobatiche arrampicate sugli specchi di tanti suoi maggiordomi per convincerci che è anche la nostra priorità. Ma a me dei processi, lo voglio gridare: non me ne frega niente! Io faccio parte della (povera) gente comune, che ha altre, più serie priorità.

Quanto sarebbe bella l?Italia se alla frase latina ad personam (ad + accusativo indica in latino il complemento di scopo, di fine) si sostituisse il sostantivo plurale ad personas.

Questo deve essere il crinale invalicabile che deve separare e caratterizzare il nuovo PD di Bersani dal centrodestra di Berlusconi e determinare la filosofia del nuovo programma politico per una rivoluzione civile. Le alleanze, poi, si faranno a caduta, solo dopo e con chi sceglierà – indipendentemente dagli schieramenti tradizionali – di promuovere e sostenere leggi ad personas, cioè non per un unico privilegiato soggetto, ma per il bene comune nell?interesse generale.

PS
Ieri Berlusconi sembra abbia intimato ai suoi (ma pensando a Fini): ?o appoggiate il processo breve e l?iter costituzionale del lodo Alfano o fuori dal partito!?
Dalle leggi ad personam siamo arrivati al partito ad personam. Non che non lo avessimo sempre saputo, questa verità non ci sconvolge, ma così è ancora più chiara (questo non ha nulla a che vedere col centralismo democratico, che auspico nel PD, come metodo di chiarezza delle proposte).
Così sappiamo ancora meglio quale partito deve essere il PD: un partito ad personas, inclusivo, attento ai bisogni generali della società italiana anche a costo di scontentare interessi forti e particolari delle varie caste presenti e attive nella nostra Italia. Bersani come ministro ci aveva provato, ma poi aveva dovuto ben presto fermarsi. Pensiamo ad Obama e alla sanità, facciamoci coraggio e rimbocchiamoci le maniche. E attenzione: nuovi scenari si stanno aprendo a Destra a suon di diktat. Potrebbe non essere solo il Centro di Casini-Rutelli il prossimo interlocutore?