?Come mai sei qui a Buenos Aires??. ?Sto lavorando con la Caritas?. ?Ah sì? Con la Caritas??.
A questo punto, sempre, seguono fiumi di parole che elogiano la presenza e l?attività della Caritas che, indiscutibilmente, gode di una forte approvazione e di un notevole riconoscimento anche a livello istituzionale: dal dicembre 2001, la Caritas, unica organizzazione ammessa oltre all?Onu, partecipa, infatti, al ?Tavolo di dialogo argentino? che coordina il lavoro di istituzioni e associazioni con il fine di strutturare un piano base per mettere in marcia un processo di ricostruzione del paese.
Eppure sembra che il motore della Caritas si sia messo in funzione solo da pochi anni: le aree di Ayuda Inmediata, Comunicación, Desarrollo Istitucional e Estudios Sociales sono tutte nate non più di tre anni fa.
A partire dal 2000, infatti, date le caratteristiche dei tempi sociali e il vertiginoso aggravarsi della situazione economica e sociale di milioni di argentini, La Caritas Nazionale ha rivalutato la sua organizzazione interna e ha messo in atto i cambi necessari per adattarsi alle nuove circostanze, a quella che in Argentina viene considerata la ?peggiore crisi economica, politica, culturale e istituzionale di tutti i suoi tempi?.
Alcuni dati possono aiutare a capire un po? la situazione del paese: i poveri, coloro che non hanno denaro sufficiente a coprire un ?cesta base? di beni e servizi (da gennaio 2003 si considerano povere le famiglie con ingresso non superiore ai 260 dollari al mese) hanno raggiunto il 57,5% della popolazione totale, vale a dire 20,7 milioni di individui (tutti i dati si riferiscono a gennaio 2003). Se si considera che a ottobre del 2001 la popolazione povera rappresentava il 38,3% (13,8 milioni) del totale, ci si rende conto che in appena un anno sono cadute sotto la linea di povertá 6.900.000 persone, 19.000 al giorno.
Gli indigenti (definiti come coloro che non hanno denaro a sufficienza per pagare una ?cesta base? di alimenti, capaci di soddisfare le minime esigenze energetiche e proteiche) nel 1998 rappresentavano il 7% della popolazione totale. A gennaio 2003 risultano essere 10 milioni, il 27,5% della popolazione. Sono quindi 14.000 le persone che ogni giorno sono finite sotto la linea di indigenza, 5.100.000 in un anno.
Entrambe le percentuali, di povertà e di indigenza, rappresentano il ?record? per l?Argentina. E la situazione sarebbe ancora più grave senza l?esistenza del piano ?Jefes y Jefas de Hogar? che dal maggio 2001 assicura mensilmente 250 pesos (poco più di 80 euro) mensili a quasi 2 milioni di famiglie in tutto il paese.
Naturalmente una delle cause principali dell?aumento della povertà va ritrovata nell?aumento della disoccupazione: nel 1991 si contavano 698.000 disoccupati, nel 2002 la popolazione senza lavoro è salita a 2.509.000 (un aumento del 260%). Inoltre, tra ottobre 2001 e maggio 2002, circa 300.000 membri di famiglie povere furono espulse dal mercato del lavoro. L?indice risulta ancora più grave se si considera che il 25,7% delle persone che lavorano percepisce uno stipendio mensile inferiore ai 70 dollari.
Altro problema rilevante che sta colpendo l?Argentina riguarda il processo di ?infantilizzazione? della povertà. A ottobre 2001, i minori di anni 18 ?poveri? erano il 59% (6.950.000) di tutti i minori. Un anno dopo la percentuale era già salita al 75% (9.000.000). con riferimento agli stessi anni, i minori ?indigenti? sono aumentati dal 23,2% (2.750.000) al 42,7% (5.120.000).
Si tratta solo di numeri, che però sono fondamentali per capire quello che si vede passeggiando per le strade di Buenos Aires: gente ?rispettabile? e ben vestita che nella metro per pochi pesos vende cioccolatini, spine elettriche, penne o che si arrangia facendo volantinaggio nelle piazze; i famosi cartoneros; bar e ristoranti generalmente mezzi vuoti. E poi si gira l?angolo e tra i grattacieli spunta una villa che, ben lontana dal significato italiano del termine, indica invece una specie di ?favela? brasiliana, con baracche di legno e lamiera, senza fogne e acqua potabile. Fino a pochi anni fa non ce n?erano di villas!
E sono numeri che fanno anche capire l?importanza del lavoro della Caritas, dei servizi che questa offre e della nascita delle aree cui accennavo prima: all?aumentare della povertà, fortunatamente é anche corrisposto un aumento delle donazioni, di singoli come di imprese, di altri Stati e di organizzazioni internazionali (fino a pochi anni fa l?Argentina non figurava tra i ?Paesi del Terzo Mondo? e quindi non le erano destinati fondi della cooperazione internazionale).
In questo rinnovato grande impegno della Caritas si inserisce il lavoro dei quattro Volontari Italiani in Servizio Civile, di cui io faccio parte, che da qualche settimana collaborano nei vari settori della Commissione Nazionale Caritas Argentina.
Ma su quello che sarà il nostro lavoro ne parleremo in una prossima corrspondenza.
Pubblichiamo il primo 'report' di Chiara Piva, impegnata con la Caritas nel paese sudamericano