C’ero anch’io il 12 marzo in piazza del Popolo, e c’ero anche il 13 febbraio a cantare il Dies Irae e il Va pensiero… Cantare il Dies Irae è nato spontaneamente come protesta, rivolta, condanna, verso una situazione del paese non più tollerabile. A cui si è aggiunto il canto liberatorio di verdiana bellezza, di volontà di riappropriarsi del sentimento di unità nazionale di cui la Lega vorrebbe privarci.

In questo clima di ritrovata dignità e di rinverdito senso civile e di fronte ai rinnovati tentativi di deprivare la scuola italiana della sua inderogabile funzione di motore del sapere e del progresso culturale, non poteva non esserci un richiamo forte per la difesa di quella istituzione. Di quella istituzione che è di tutti, ricchi e meno ricchi, di qualsiasi estrazione sociale e provenienza, cittadini italiani e cittadini stranieri che la richiedano. “La scuola è aperta a tutti”.

Le scuole private hanno ogni diritto di esistere. Ogni altra istituzione di carattere ecclesiastico o di volontariato sono ovviamente lecite, auspicabili e spesso lodevoli, ma bisogna non fare confusione tra ciò che è un dovere dello Stato e ciò che è demandato all’iniziativa privata.

Non credo che suor Novella, che ha laicamente espresso la sua adesione alle rivendicazioni delle donne, si sia sentita offesa da tanto entusiasmo per una ritrovata dignità e un orgoglio di italianità.

Vorrei ricordare una frase di Michele Del Gaudio che Giuseppe Dossetti riporta, e quindi avalla, nella sua introduzione al “Vi racconto la Costituzione “ del medesimo Del Gaudio.

“ Per me, il Cristianesimo è stato ed è importante, ma deve mantenere il suo primato a livello spirituale, senza entrare nella politica partitica con proprie strutture organizzative;altrimenti rischia di offuscare con il secolare la grandiosità del messaggio interiore”.