Democrazia Partecipativa è il titolo del libro dell?ex sindaco di Porto Allegre e membro del Partito dei lavoratori brasiliani e della sua corrente socialista, Raul Pont, che ha presentato a Roma presso il Centro Congresso Frentani, nell?ambito del convegno sul tema: Democrazia, conflitti e movimenti.
Il Convegno è stato organizzato sulla base di diverse relazioni di alcuni esponenti politici e della società civile latinoamericani e italiani, relativamente alle esperienze di democrazia partecipativa contemporanee, in Sud America e nella loro forma più moderata in Italia.
Dopo un?introduzione del Vice Presidente della Provincia di Roma, i lavori sono cominciati con la relazione Pont. Il brasiliano ha presentato alla platea l?innovazione politica del Bilancio partecipativo, attuata durante il suo mandato di sindaco, spiegandone il contenuto. Secondo l?autore, la società locale ha espresso i propri bisogni in delle assemblee cittadine, il cui numero di partecipanti è oscillato tra le centinaia e le migliaia, a seconda dell?importanza delle decisioni da prendere. In tali assemblee sono stati stilati i documenti con le richieste della cittadinanza, presentati poi dai suoi delegati agli amministratori locali, i quali al momento delle elezioni si sono presi l?onere di soddisfare le istanze del corpo politico. Durante l?arco di un anno, tali assemblee hanno svolto la funzione di contribuire alla realizzazione del piano di investimenti annuali, da implementare nei dodici mesi successivi. Su tale stesura l?amministrazione ha individuato delle priorità, rispetto le diverse richieste della popolazione locale. L?esperienza del Bilancio Partecipativo a Port Allegre si è interrotta con la vittoria elettorale della destra alle elezioni comunali, ma simili iniziative politiche si sono diffuse in molti comuni carioca.
La seconda relazione è stata quella di un donna, esponente di attack Venezuela, sul tema della partecipazione della popolazione di Caracas, alla gestione diretta dei servizi comunali. Il relatore ha affermato che con il governo Chavez, eletto per preservare le imponenti risorse naturali del Venezuela dalle ingerenze degli Stati Uniti, vi sono state delle importanti riforme costituzionali tra il 1998 e il 2001, in tema di democrazia partecipativa. Tali provvedimenti legislativi hanno favorito la costituzione dei comitati, per l?autogestione dei servizi locali. A Caracas così sono sorti dei comitati per la realizzazione di infrastrutture idriche e per la loro gestione, per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, per la fornitura di assistenza legale ai contadini poveri che hanno occupato abusivamente terreni dei latifondisti.
La terza relazione è stata quella di un?altra donna, un importante esponente del Partito Comunista Argentino, sul tema delle occupazioni di fabbriche abbandonate da parte di ex operai e della loro autogestione. Dopo la grande crisi economica del 2001 in Argentina, indotta dalla vertiginosa globalizzazione dei mercati, si sono sviluppate queste forme di auto-organizzazioni produttive, che attualmente costituiscono una forma di sostentamento per 10.000 lavoratori. Dopo la costituzione di questi consigli di fabbrica, i governi di destra hanno cercato alacremente di perseguitarli, per il tramite di violente repressioni da parte della polizia, che il proletariato urbano è riuscito per sua fortuna valentemente a fronteggiare. Successivamente si è arrivato ad un accordo tra i rappresentanti di tali strati sociali subalterni e i gruppi dirigenti conservatori. Questo accordo prevede un comodato d?uso di queste fabbriche della durata di due anni che scadrà a dicembre del 2005, dopo il quale i poveri operai potrebbero perdere la gestione e la proprietà delle fabbriche, rischio acuito dall?eventualità che la redditività di tali imprese sia elevata e che per tanto stimoli l?appetito dei suoi proprietari originali a riprenderne il pieno possesso. Le autorità argentine hanno deciso di inquadrare come soggetto di diritto privato e non pubblico queste forme di organizzazioni, utilizzando lo status giuridico di cooperativa. Di conseguenza tali aziende non potranno contare sull?aiuto dello stato per stare sul mercato. Inoltre l?esponente politico argentino non ha lesinato di esprimere alla platea i vari rischi connessi a queste forme di auto-organizzazione del lavoro. Il primo problema è di stabilire di chi sia la proprietà, il secondo chi pagherà i debiti dei proprietari originari caduti in disgrazia, il terzo l?autosfruttamento degli operai costretti ad orari massacranti e a salari molto bassi, il quarto la funzione meramente di sussistenza di tali forme produttive.
A favore di queste imprese autogestite, l?argentina si espressa in tono favorevole rispetto la loro tendenza ad assorbire personale neolaureato, per svolgere mansioni specialistiche.
Tale convegno esprime la necessità di una risposta efficace ai processi di globalizzazione, i quali presentano la duplice possibilità di portare ricchezza alle nazioni che si aprono ai mercati e di portargliela subito via nel momento in cui cambia la congiuntura economica. Inoltre in questa competizione globale vi è la necessità da parte di tutte le nazioni di accaparrarsi le fonti di energia naturale e le materie prime, per sostenere l?incessante sviluppo dei nostri giorni. Tale processo darwiniano sta portando ad un drastico degrado ambientale e allo svilupparsi ciclico di guerre sempre più terribili ed estese geograficamente e temporalmente, indotte anche dal rapido ed inteso sviluppo tecnologico, soprattutto in campo bellico. Constatate le condizioni indotte da un capitale che galoppa come un treno impazzito, è possibile dire che il pianeta è condannato ad un circolo vizioso, che potrebbe avere effetti negativi anche su noi occidentali o addirittura portare alla distruzione del pianeta. Esiste una via d?uscita nel periodo del pensiero unico?