Una polizia nazionale con regole uniche o diverse polizie regionali? Una scuola con sistemi organizzativi uguali su tutto il territorio italiano o tanti modelli scolastici? E ancora, un?assistenza sanitaria valida per tutti gli italiani in uguale misura o una migliore a seconda della regione di appartenenza? Sono alcune domande che tantissimi cittadini si pongono alla luce delle devolution proposta da Bossi e che ancora non chiarisce alcuni punti con cui gli italiani dovranno confrontarsi o, per meglio dire: ?affrontare?.
A tutt?oggi, infatti, è difficile comprendere le misure delle funzioni in merito all?organizzazione della polizia, della sanità, della scuola. Il rischio è di suscitare confusione proprio attraverso i rapporti delle regioni e gli altri enti territoriali fra loro stessi e lo Stato.
E? necessario partire dall?unità giuridica ed economica del paese e procedere con la tutela delle funzioni dei pubblici servizi con prestazioni efficienti per ogni cittadino, cercando di valorizzare il più possibile le potenzialità delle autonomie locali. Uno Stato quindi che si evolve a cominciare dai comuni e dalle provincie, con la formazione e lo sviluppo delle imprese sul territorio e non, invece, uno Stato che si organizza attraverso la divisione ulteriore delle competenze nazionali delle funzioni di base.
Lo Stato deve anzitutto garantire e tutelare i livelli essenziali delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali. Questo è messo a rischio dalla possibilità di scavalcamento da parte delle autonomie locali dello stato nazionale, soprattutto nell?ambito dell?assegnazione dei fondi strutturali dell?Unione Europea, che sarebbero da spartire con le zone più povere del paese, fenomeno che si sta verificando nel Regno Unito con le regioni di Scozia e Galles.
Ora, intanto la nuova Giunta Provinciale romana si trova di fronte l?importante compito di rivalutare lo sviluppo delle imprese presenti e incentivarne l?avvio di nuove utilizzando le potenzialità del territorio. Questo anche attraverso le competenze che hanno le autonomie locali e la capacità di sfruttarne quelle che la devolution assegnerà. Quindi un doppio impegno: la nuova legge deve essere attenta allo sviluppo ed alla garanzia dei servizi pubblici per tutti gli enti locali, e questi non devono farsi trovare impreparati a cogliere le nuove opportunità che sono chiamati a sviluppare.