?Giudica un uomo in base ai suoi nemici
oltre che dai suoi amici?, (Joseph Conrad).
?Tirare alla stessa fune non significa nulla;
lo fanno anche il boia e l’impiccato?, (Helmut Qualtinger).
Non solo solidarietà ma anche rabbia e collaborazione, mi sono giunte da tanti amici. Alcuni mi avevano inviato anche delle proposte di comunicati stampa. Non li ho inoltrati per la pubblicazione, ma penso opportuno farveli conoscere.
«Ho letto con sgomento le dichiarazioni degli ?amici? (le virgolette le so usare anch?io!) che il CdS ha puntualmente e correttamente riportato nel suo articolo di oggi. Se mi ha sorpreso la captazione giornalistica, confusa e distorta, di conversazioni spero udite per caso, le dichiarazioni di Giachetti e De Luca mi hanno, più che sorpreso (conosco bene il profilo umano dei due ?valorosi? politici romani), lasciato interdetto per la violenza e la metodica demolizione che i due ?valorosi? hanno tentato verso di me, assimilando il mio stile ed i miei comportamenti alla modestia di quelli che sono i loro orizzonti. Nell?amaro silenzio di quelli che considero amici di tanti anni di impegno politico (amici senza virgolette), sono riportato alla domanda fondamentale: ?Perché faccio politica?? . Ho come l?impressione che questo interrogativo non risuoni come uno squillo di tromba al risveglio dei ?valorosi? di cui sopra. Io me ne occupo non per semplice desiderio di appartenenza, per una sorta di cieca ortodossia al clan, ma per una assillante ed irrinunciabile assunzione di responsabilità che cerco giorno per giorno di mediare con i punti di vista, non sempre (e per fortuna) omogenei, di tanti amici e compagni di strada. Pertanto, con riferimento all?acuirsi della crisi del dialogo e delle forme concrete di integrazione e partecipazione dei nuovi cittadini, ribadisco con forza la natura della disponibilità che ho dato (e che ora ancora più convintamente confermo) al sindaco Alemanno. Intendo aiutarlo (pur nella esplicita distinzione delle visioni politiche) per il bene della città e di quella parte della cittadinanza della quale io mi sono sempre occupato, non senza qualche successo, non in vista di prebende, privilegi o benefici personali, ma con passione, disinteresse ed entusiasmo, evidentemente sconosciuti a chi della politica ha fatto un mestiere, della denigrazione uno strumento, della malizia un pugnale. I ?valorosi amici? hanno chiesto, con metodo antico, la mia espulsione dal partito, forse perché ritengono non compatibile con la loro (ma solo loro) visione del partito stesso, il porsi a disposizione per il bene comune. Augurano poi i ?valorosi? buona fortuna al sindaco Alemanno, autore dello sgarbo alla loro rancorosa concezione del mondo; io auguro molta sfortuna, per il bene del PD (al quale resto legato) , alla loro visione del mondo e della società».
«Mi spiace constatare che una parte dei miei colleghi del pd romano cavalchi in questo modo affrettato e senza alcuna incertezza le illazioni di un giornalista del corriere della sera a cui è evidente che è stato ‘commissionato’ un articolo contro la mia persona. A loro, ma non solo a loro, vorrei però ricordare che il partito democratico sta vivendo una nuova stagione che è quella del dialogo nel merito con l’avversario e dell’allontanamento dalle vecchie appartenenze. Data la violenza di certe dichiarazioni che ho letto oggi su i giornali mi permetto di chiedere a Veltroni di fare chiarezza su chi urla alla mia espulsione dal Pd per aver mostrato disponibilità ad avviare qualche forma di dialogo con la giunta di destra presieduta da Alemanno e lo fa continuando a ragionare secondo vecchi schemi per cui non si è democratici ma si è rutelliani, mariniani, dalemiani o veltroniani.
Come siamo soliti ribadire a Roma la politica locale ha inevitabilmente una visione nazionale. Non capisco pertanto per quale ragione non sarebbe possibile avviare anche a Roma quel dialogo che Veltroni si sta sforzando di ottenere in parlamento».
«Nell?articolo di domenica che mi riguarda, in bella evidenza accanto a quello sul ?corteggiamento? della Lanzillotta da parte del neo Assessore al Bilancio, Ezio Castiglione, il Corriere ?conferma punto per punto? quanto scritto sabato.
Io ribadisco di smentire l?articolo precedente, quello di sabato, e cerco di chiarire.
La mia eventuale collaborazione col nuovo sindaco di Roma, in un campo nel quale, credo, posso accampare l?impegno di una vita, non solo politica, quello della ?povertà?, trae origine e pare consentita dalla nota, generale tendenza al mutamento di clima nazionale nei rapporti tra maggioranza e opposizione. A Roma, in particolare, da indicazioni e prospettive delineate dal nuovo Sindaco, onorevole Alemanno, tutte accolte con grande attenzione dai media e dalla politica tutta, anche ricordando la storia e la posizione politica del Sindaco all?interno di AN e del Partito delle libertà (la ?destra sociale? di una volta?). Ed anche che, quello della ?povertà?, è un tema tutto speciale, tra l?altro per certi versi parallelo a quello della ?sicurezza, da tutti considerato ? almeno a parole ? trasversale, pur nella diversità delle opinioni.
Quanto sopra, per spiegare che dovrebbe essere chiaro: la mia eventuale collaborazione con la nuova Giunta di Roma non deriva né da iniziative personali, né da iniziative ?clandestine?, che sarebbero improprie, dannose, velleitarie, impossibili. Non tutti ne erano a conoscenza nei termini esatti, non coloro che il Corriere ha intervistato nell?articolo di domenica.
I ?virgolettati?. Inutile ripetere quanto essi possano essere fuorvianti rispetto al senso generale di una discussione informale e ?privata?. Dico solo che non tutto è stato riportato, neanche frasi precise, correlate a ciò che invece è stato riportato ma che ne mutavano il senso. Posso ritenerlo un ?eccesso di sintesi?? Non è questo il punto ormai. La discussione sugli aspetti organizzativi di un mio eventuale incarico deriva solo da un unico motivo, per me fondamentale: non amo e non ho mai accettato incarichi ?onorifici?, di ?immagine?, da gestire e valorizzare soprattutto a favore dell?incaricato. E men che mai quando l?incarico riguarda quello che ? come ho già ricordato ? è il mio primo interesse, fin dai lontani anni in cui operavo in Sud America.
Se il Sindaco Alemanno e la sua giunta vorranno e potranno darmi un incarico sulla ?povertà?, incarico preciso e circoscritto, io mi ci impegnerò concretamente, non sulle pagine dei giornali e sugli schermi, al massimo delle mie capacità. Ma deve sapere che, per farlo, ho bisogno di un ufficio attrezzato, luce, acqua e di un’auto che serva, non a me personalmente, ma per l?attività strettamente d?ufficio.
Credo che l?austero sindaco Alemanno ? che non gira su potenti auto straniere a sei o più cilindri ? sappia ben valutare la ragionevolezza di richieste di questo tipo».