Innanzitutto una premessa: Bonino, Pannella e tutti i radicali non
esisterebbero senza il cristianesimo. E? infatti la religione e, siccome siamo
in Italia la religione cattolica che fornisce ai Radicali Italiani il loro
modello di apostolato civile. Il modello è quello delle confraternite, degli
ordini mendicanti, organizzazioni religiose che prendono a cuore le cause
disperate, le cause degli ultimi degli umili dei dimenticati. Premesso questo,
che dunque il cristianesimo cattolico rappresenta il presupposto storico,
logico e fattuale dell?esistenza stessa dei radicali veniamo all?attualità.

Emma Bonino in nome e per conto dei radicali si autocandida alla guida della
regione Lazio. Molti nel PD la vivono quasi come una liberazione dall?onere di
dover trovare al proprio interno una candidatura credibile, possibile,
rispettabile. Non è un grande segno di salute e di vitalità. Ci possono essere
tuttavia molte letture. Che siccome si va a perdere si perde meglio con un
candidato non targato PD. Ma i conti con il probabile crollo di consensi per il
partito non si fanno? Che comunque l?UDC non ci avrebbe sostenuto, quindi tanto
vale. Che effettivamente meglio non bruciare le proprie poche cartucce ecc.

Non ci siamo. Qui non si tratta di riproporre in modo velleitario la
vocazione maggioritaria, qui si tratta di capire che identità possiede questo
partito, che profilo politico culturale, quale cultura politica. Uno sforzo di
sintesi progressiva si deve pur fare. Con gradualità, con pazienza, con misura.

Ma si deve avere il diritto di capire in che direzione andare. Emma Bonino è
stata un eccellente ministro del commercio estero. Dinamica, aperta al mondo,
alla competitività e alla concorrenza. Contro tutte le corporazioni, i
privilegi, le protezioni. Ha accompagnato in meno di due anni centinaia di
imprese italiane alla scoperta e alla conquista di nuovi mercati. Bene.
Accettare però che la Bonino guidi una coalizione in cui c?è il PD, una
coalizione che si candida ad una elezione politica, come sono le regionali, non
una elezione amministrativa, è qualcosa di diverso. I radicali hanno eletto
poche settimane fa come loro nuovo segretario un brillante trentenne romano già
alla guida di anticlericali.net. Hanno quindi ribadito, ma non ce ne era
bisogno, che l?anticlericalismo è uno dei fondamenti, delle pietre angolari
della militanza e dell?appartenenza al movimento e al progetto radicale. Quindi
la mia domanda è? Cosa c?entra l?anticlericalismo con le culture di riferimento
del PD? Il PD doveva nascere laico, contro tutti i clericalismi e contro tutti
gli anticlericalismi, due esasperazioni che di fatto si tengono. Candidare la
Bonino in tutta fretta, o meglio ratificare una decisione già presa da lei
medesima, non è un buon inizio. Sembra un ulteriore passo, dopo quello dell?
inserimento dei radicali nelle liste del PD alle elezioni del 2008, verso un
partito effettivamente nuovo nel panorama politico nazionale: il partito
radicale di massa. Era questa la novità che mancava?