Nessuno di noi saprà mai cosa passava nelle mente e nel cuore di Fabrizio Quattrocchi quel giorno di due anni fa, se c?era paura, rassegnazione, rabbia, ma ognuno di noi ha potuto vedere e sentire in quei pochi secondi di filmato trasmessi in televisione la figura di Fabrizio inginocchiato e le poche parole calme ma decise che ha pronunciato prima di essere ammazzato: ?Ora vi faccio vedere come muore un italiano?.
Ma come muore un italiano? Siamo tutti cresciuti nel mito di films come la Grande Guerra dove Alberto Sordi e Vittorio Gassman interpretavano due soldati del nostro esercito a Caporetto, due italiani pieni di vita e scansa fatiche che alla fine della pellicola, oltre modo presi in giro nell?ultima scena dalla strafottenza del nemico, comunque decidono di morire da eroi riscattando quella italianità un po? troppo spesso sbandierata e sputata in faccia a mo di offesa da parte di altri uomini, da altri popoli.
A chi di noi che viaggiamo all?estero non è mai capitato di sentirsi dire spaghetten o mangia gatti? E ci chiediamo se sia possibile che accada proprio a noi perché queste cose le abbiamo viste solo al cinema, ma poi ci rendiamo conto che è vero e sentiamo qualcosa in noi che si muove, che si ribella a tanta idiozia, a tanta povertà d?animo. Certo, non è la fine del mondo, per questo poi la prendiamo a ridere e non ci offendiamo. Ma per molti la cosa è seria ed è nel difendere un italianità, un modo di vivere, uno stato, una democrazia che molti italiani in patria o all?estero rischiano la vita ogni giorno. Carabinieri, poliziotti, magistrati, giornalisti, volontari, medici, missionari, tutti legati allo stesso filo, alla stessa idea, allo stesso amore. Uomini che spesso, noi che rimaniamo comodamente a casa, giudichiamo superficialmente e che a volte anche disprezziamo perché li reputiamo fortunati, raccomandati o addirittura mercenari, come nel caso di Fabrizio.
Ma non ci sarà mai possibile sapere cosa passa nella mente e nel cuore di un uomo che sta per essere ucciso, possiamo solo immaginarlo e sperare di non viverlo mai. I
rapitori probabilmente dissero qualcosa a Fabrizio in quei giorni di prigionia e anche prima di ammazzarlo, prima che accendessero la telecamera per riprenderne l?esecuzione, qualcosa che ne ha ferito l?orgoglio e fatto un eroe, un uomo pronto a morire con la stessa facilità di quando si beve un caffè al bar.
Da mercenario a eroe italiano