Ritengo che non si possa diventare genitori a pieno titolo se non ci si è riconciliati con i proprio genitori. Un rapporto di coppia non può considerarsi terminato ? ad esempio, se si è operata una separazione ?, se non si è anche arrivati ad una riconciliazione. Se si rimane prigionieri di sentimenti negativi, che impediscono la riconciliazione, ci si continua a muovere in funzione di tali sentimenti.
?La riconciliazione – sostiene Graziano Lingua, prefatore del libro di Ferry – può essere possibile solo in quanto ciascuno dei due partners è disponibile a riconoscere i propri eventuali torti e ad ascoltare con empatia le recriminazioni dell?altro, ma questo si ottiene unicamente con il perdono? (7).

Scrive Ferry: ?Il perdono è ricostruttivo, più che argomentativo perché domandare perdono non implica che si abbia avuto oggettivamente torto in un litigio (punto di vista stabilito grazie all?argomentazione), ma innanzitutto che si soffra del fatto che l?altro stia male per quanto abbiamo fatto, se non per il nostro sbaglio, e che si riconosca per se stessi una responsabilità nella sofferenza dell?altro? (8). Questo chiedere scusa va inteso come una immedesimazione nel pensiero, sia pure distorto, dell?altro, e non per sempre una reale situazione oggettiva.

La ricostruzione non comporta di considerare ciò che è successo, né di arrivare soltanto a interpretare i fatti, né a universalizzare le massime individuali rispetto a una intesa generale (argomentazione), ma significa ?percorrere questo processo all?inverso sulle tracce di un riconoscimento mancato?. (9)
Ferry propone due assi, dell?analisi e del riconoscimento. Il primo asse serve a descrivere il rapporto del soggetto con il passato; lo scopo non è soltanto di demistificare il passato, ma anche di farsi carico delle sofferenze che si sono accumulate nel corso degli anni. In questo processo si compie una rilettura del proprio racconto confrontandolo con il racconto degli altri; in tal modo si apre una possibilità di essere riconosciuti come ?soggetti capaci di rispondere?. Per l?autore comunicare non significa soltanto trasmettere dei contenuti o delle informazioni, ma implica un coinvolgimento delle persone più profondo e un interesse nel comprendersi, quindi la ricerca di un legame.
Il passato che va ricostruito, dice Graziano Lingua, è sempre un passato di storie personali segnate dalla vulnerabilità dei soggetti, perché ?ogni passato contiene dentro di sé una violenza subìta che impedisce la trasparenza della comunicazione? (10). La violenza è sempre in agguato anche nel registro ? o livello ? della narrazione. In un contesto conflittuale le persone tendono a giustificarsi o a chiudersi narcisisticamente, e quindi a rispondere con violenza anche quando apparentemente non c?è violenza esplicita. Nella terapia familiare arrivare al racconto di fatti conosciuti più o meno da tutti i membri della famiglia implica la costruzione di un contesto di condivisione dei vissuti. Questi vissuti hanno una storia impossibile da dimenticare e contengono un livello di violenza pronta a esplodere. Ogni forma di comunicazione è legata a intenzioni non espresse e a non detti che non hanno raggiunto il livello del linguaggio verbale.
Uno degli obiettivi dello spazio della ricostruzione è quello di raggiungere un momento di reciproco riconoscimento, che non implica il fatto di conservare o di rompere il legame affettivo. Riconoscersi significa superare le incomprensioni e i momenti di misconoscimento del passato, talvolta anche rendersi conto che forse ciascuno si è sentito offeso quando l?altro non aveva nessuna intenzione in tal senso. Nella comunicazione in un contesto regolato come quello della terapia familiare, è possibile confrontare l?aspetto soggettivo e quello oggettivo dell?offesa, dell?intenzione aggressiva. La giustizia presenta un aspetto razionale e oggettivo e un aspetto soggettivo, e il vissuto soggettivo di che cosa sia giusto o ingiusto varia da persona a persona secondo la storia di ciascuno e soprattutto secondo il livello di forza psichica di ogni individuo.

Data di pubblicazione on line: 4 maggio 2006
In Famiglie don Bosco

NOTE
7) ibidem, pag. 106; 8) Ferry, (2002); 9) Graziano Lingua, ibidem (2006), pag. 107; 10) ibidem, pag. 110

BIBLIOGRAFIA
Jean Marc Ferry, (2002)-Valeurs et normes. La question de l?éthique, Université de Bruxelles, Bruxelles;
(2006) L?etica ricostruttiva, Medusa, Milano;
René Girard (2001), ?Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo?, Adelphi, Milano;
Francisco Mele, (2001)?Io diviso/Io riunito. Per una psicoetica dell?operatore sociale?, FrancoAngeli, Milano;
(2004)?Le spie dell?incertezza. Famiglia, Scuola e Istituzioni. La costruzione del Sé allo sbando?, Bulzoni, Roma;
(2005), ?La società post-nevrotica? in ?La sfida del post-umano?, a cura di Ignazio Sanna, Studium, Roma;
Paul Ricoeur (1993), ?Il Sé come un altro?, Jaca Book, Milano.