Caro Babbo Natale,

abbiamo bisogno di un politico:

– che sia convincente, ma non si atteggi a messia;

– che decida senza farsi condizionare, ma favorisca la partecipazione democratica;

– che ci faccia sognare, ma con i piedi per terra;

– che ascolti la gente, ma non sia schiavo dei sondaggi;

– che sia capace di fare scelte impopolari, ma riesca a convincerci che è la cosa migliore per tutti.

Mandacene uno così entro la fine dell’anno che forse (speriamo) in primavera ci serve.

Caro amico italiano,

sono Babbo Natale, cerco di soddisfare i desideri della gente, ma -per favore- non prendermi per il culo! Chiedimi cose difficili, ma non impossibili!

Come faccio a darti un politico che “sia convincente, ma non si atteggi a messia”, quando negli ultimi sedici anni da voi è riuscito ad essere convincente solo chi si è presentato come messia ed è riuscito a finire una legislatura solo chi ha promesso la luna e quando si è scoperto che la luna non l’aveva, ha sostenuto che gliela avevano rubata?

E poi non ci credo che vuoi davvero un politico “che decida senza farsi condizionare, ma favorisca la partecipazione democratica” ! Se decide senza farsi condizionare sarai tu il primo a dire che non c’è partecipazione… e se apre un dibattito tra le diverse opinioni chi è in minoranza non accetterà mai la sua decisione e gli metterà i bastoni fra le ruote.

Ne vuoi uno che “ascolti la gente, ma non sia schiavo dei sondaggi”… ma questo è un lusso che si può permettere solo chi se ne può fregare dei numeri (almeno per qualche anno) perché è garantito da una delega che non deve barattare ogni giorno con i suoi stessi amici…

Caro amico, forse è il caso che prima di scrivermi la prossima lettera ti guardi allo specchio e decidi che cosa vuoi davvero. (Dovresti averlo capito che non si può volere una cosa, ma anche il suo contrario…).

Caro Babbo Natale,

forse prima ancora che di un politico, abbiamo bisogno di decidere se vogliamo fare i conti con la realtà o continuare a sognare una realtà senza conti.

Più che di qualcuno che ci descriva un sogno meraviglioso e accenda l’entusiasmo di una sera, ci serve qualcuno che ci aiuti a capire quali passi (uno alla volta) bisogna fare perché domani sia migliore di ieri ed evitare di dover guardare in faccia i nostri figli con la vergogna di chi si è mangiato tutto quello che c’era e chiede loro di arrangiarsi con gli avanzi…

Non è il sogno che ci manca, ci mancano i pezzi per costruirlo. Qualcuno deve aver mischiato le scatole dei puzzle e il disegno non viene più.

Forse fare i conti con la realtà significa rinunciare all’idea della perfezione e puntare sulla concretezza della gradualità: ovviamente meno affascinante, ma infinitamente più credibile.

Forse c’è un modo per distinguere i sogni illusori da quelli realizzabili: i primi sono bellissimi, luccicanti, magici e risolutivi (come vincere al superenalotto); i secondi sobri, frazionabili, approssimativi e faticosi (come fare un mutuo). I primi non servono, i secondi si.

Se hai un politico capace di descriverci sogni realizzabili, di motivarci a realizzarli, di organizzarsi in maniera decente, di convincerci a farsi dare una delega seria da verificare sui fatti a scadenze programmate e che non sappia raccontare barzellette, mandacelo entro la fine dell’anno che forse (speriamo) in primavera ci serve.