Alcuni giorni fa è occorso l?ennesimo incidente ferroviario, a Roccasecca, in provincia di Frosinone, molti sono i feriti, di cui alcuni gravi, sembra per una disattenzione umana, che avrebbe provocato lo scontro frontale tra due convogli regionali, uno proveniente da Roma, l?altro da Campobasso.
I vari governi degli ultimi anni non si sono presi la responsabilità di risolvere il problema della sicurezza sui treni. In effetti nelle nazioni occidentali più industrializzate esistono dei sistemi, che permettono di individuare e comunicare tempestivamente la posizione dei convogli e di bloccarli automaticamente, qualora si dovessero determinare situazioni pericolose. In Italia no, nei recenti scioperi dei ferrovieri, criticati dall?attuale governo, il problema della sicurezza e della pulizia nei treni emerge con la più lucida chiarezza, ma i segnali di protesta non sono raccolti adeguatamente dalle forze politiche e dalla società di trasporto.
Come succede spesso in Italia se non c?è il botto, spesso con morti e feriti gravi, difficilmente si prende atto della situazione e il più delle volte anche quando questo succede si lascia correre, dopo il solito processo di ?scarica barile? delle responsabilità tra le istituzioni competenti.
Il servizio ferroviario è così scadente che si possono trovare cimici, topi e secondo la notizia del 20 gennaio 2005, anche scorpioni, come dimostra la puntura occorsa ad una studentessa in viaggio su un regionale, nei pressi di Sondrio. Il problema non è solo scandalizzarsi per gli incidenti mortali, la sporcizia sui treni, ma soprattutto per l?inerzia delle persone che se né stanno a casa propria a guardare la televisione. In particolare mi riferisco ai sindacati e alle forze politiche, come quelle dell?opposizione, che avrebbero dovuto indire mobilitazioni e manifestazioni nazionali, tali da bloccare il Paese per farlo riflettere su una situazioni al limite tra il normale e il paranormale.
Si demonizzano come dei terroristi, criminali, assassini, coloro che scioperano per motivi relativi alla propria sopravvivenza, come i manifestanti anti-tav, mentre si rimane del tutto indifferenti rispetto all?atteggiamento inerte della maggior parte della popolazione italiana, persa nelle sue faccende personali, tale da non accorgersi che un?azione banale come prendere il treno, potrebbe trasformarsi nell?ultimo gesto della vita di una persona. Rispetto questa situazione viene da chiedersi, ma i partiti politici e i sindacati cosa ci stanno a fare? Forse è venuto il momento di utilizzare altri strumenti più efficaci?
In Sicilia, dopo i problemi di approvvigionamento idrico che angustiano la popolazione locale degli ultimi anni, alle recenti elezioni è riconfermata la precedente coalizione di centro-destra, forse perché l?opposizione di centro-sinistra risulta essere poco credibile o probabilmente, perché il cosiddetto voto di ?scambio? pesa di più in cabina elettorale rispetto ai programmi dei partiti o forse per tutti e due i motivi. Comunque dopo il voto, la situazione sociale non sembra essere migliorata, tanto che la politica economica e dei servizi della giunta regionale risulta essere fallimentare, provocando il collasso della sanità pubblica, con un numero considerevole di decessi provocati dai ripetuti casi di mala sanità.
I siciliani, però, di fronte ad una tale emergenza non sembrano essersi turbati più di tanto, visto che permangono in un contesto di immobilismo. In questi casi, invece, sarebbe opportuno indire mobilitazioni e scioperi, tali da bloccare il Paese per costringere i cittadini, distratti da aspetti più veniali, quali le gambe delle veline o una possibile vincita al lotto, a prendere atto della situazione e imporre una soluzione, sul modello della protesta in Val di Susa, soggetta però alle mistificazioni e criminalizzazioni dei media e di molte forze politiche.
Tuttavia, nonostante la vicenda della Tav, è necessario portare avanti campagne per i diritti civili anche al rischio di prendere qualche manganellata, visto che la giustizia sociale in Italia si è affermata spesso attraverso le lotte sociali, diverse volte sfociate in scontri tra forze dell?ordine e manifestanti. Il messaggio evangelico di Cristo non è accolto subito favorevolmente dal mondo romano, quindi la difesa di garanzie civili bisogna di uno sforzo di mobilitazione, che però non necessariamente deve sfociare nella violenza.